La storia la conosciamo già: una fanciulla muore di dolore per un amore spezzato e il suo fantasma raggiunge gli spiriti delle altre donne sedotte ed abbandonate prima delle nozze: sono le Villi, che di notte escono dalle loro tombe e si abbandonano ad una danza irrefrenabile, trascinando in questo vortice spietato gli uomini colpevoli. Ma la fanciulla salva il suo amato, portando invece alla morte il geloso (ma innamorato) rivale di lui.
Insomma, pressappoco la stessa storia che Puccini ha raccontato nelle sue «Villi» andate in scena il marzo scorso al Carlo Felice. E conosciamo anche la compagnia di ballo - Teatro Stanislavskij di Mosca - perché l'abbiamo ammirata ne "Il lago dei cigni" rappresentato un anno fa sempre sul palcoscenico del nostro teatro.
Lo spettacolo invece è nuovo, per noi naturalmente: «Giselle» (in programma al Carlo Felice da questa sera a mercoledì 12) è un balletto fantastico in due atti con musica di Adolphe Adam per il libretto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges (da una leggenda popolare riportata da Heine in «Della Germania») e torna a Genova dopo quindici anni, con la coreografia di Jean Coralli, Jules Pierrot e Marius Petipa ripresa da Tatiana Legat, le scene e i costumi di Vladimir Arefiev e la direzione di Georgy Zhemchuzhin (5, 6 serale, 11 matinée, 12) e Vladimir Basiladze (6 matinée, 7, 9, 11 serale).
«Giselle» è un caposaldo del repertorio di Teatro di Danza Romantico, sintesi delle più raffinate istanze tecniche e stilistiche unite ad una partitura delicata, che accompagna perfettamente i movimenti ma che conserva una propria rispettabilissima indipendenza.
Coreografia e musica, entrambe caratterizzate da leitmotive per la delineazione dei personaggi, fanno parte di un unico armonioso universo, intimamente legate fra loro e complementari.
Godiamocelo ora sulla scena genovese.
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