Dal Giubileo al «cimitero»: la breve vita di 50 autobus

Operativi per pochi anni, giacciono ora nel deposito di via Birolli al Collatino Desideri (Dc): «La Corte dei Conti intervenga Assurdo utilizzare così i soldi della Regione»

Cinquanta autobus acquistati per il Giubileo sono già pronti per essere rottamati. Operativi per qualche anno appena, sono stati mandati a morire di punto in bianco nel deposito-cimitero di via Renato Birolli, nei pressi della via Collatina. Oggi, per la maggior parte, sarebbero del tutto inutilizzabili: le loro componenti meccaniche sono state, infatti, usate come pezzi di ricambio per altri mezzi in servizio ma, a quanto sembra, hanno spesso finito per essere rubate da gruppi di criminali, lasciati liberi di scorrazzare nottetempo all’interno della rimessa.
La denuncia è partita da Fabio Desideri, capogruppo della Dc per le autonomie alla Pisana: «Cinquanta mezzi da nove metri - spiega Desideri - con livrea rosso-argento e immatricolati nel 1998-1999 sono stati messi in strada e poi improvvisamente accantonati. Si tratta di BredaMenarinibus, modello M 230».
Tutto ciò viene reso noto a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, un rapporto assai severo nei riguardi dell’Atac stessa. Dopo un attento monitoraggio, l’Authority ha rilevato che la metà delle linee in servizio non passa regolarmente e che una su tre fa meno corse rispetto a quelle programmate; in più, diversi autobus sono vecchi, sporchi e danneggiati, richiedendo quindi un’immediata sostituzione. Nonostante questo scenario, l’azienda si permette il lusso di mandare in pensione dei mezzi quasi nuovi, mentre a Roma ancora circolano dei relitti risalenti agli anni Ottanta, scomodi e in cattivo stato.
«Forse - ha aggiunto Desideri - la Corte dei conti dovrebbe dare uno sguardo al deposito che si trova sulla Collatina, se non lo ha già fatto. Questa settimana abbiamo intenzione di presentare un’interrogazione in Consiglio, non è possibile che la Regione continui a fare da bancomat e che poi i soldi stanziati vengano gestiti in questo modo».
L’Atac, tra l’altro, è intervenuta sulla questione, precisando però soltanto il ruolo ricoperto all’epoca dell’acquisto da un suo attuale dirigente. «Non entrando nel merito - ha chiosato il capogruppo della Democrazia Cristiana - implicitamente ci hanno dato ragione».
D’altronde non è la prima volta che si verificano situazioni di questo tipo: chi non ha perso nemmeno un episodio della serie, ricorderà distintamente le decine di jumbo-tram acquistati anni fa a caro prezzo senza sapere che erano inadatti ai binari capitolini, perché i loro carrelli non si adattavano agli angoli di curvatura della rete. Risultato? Hanno subito una sorte perfettamente analoga a quella dei bus di cui sopra, finendo nel cimitero di Tor Sapienza per fornire materiale di ricambio ai tram più vecchi in circolazione.
E come non citare poi i minibus elettrici Mercedes modello Sprinter? Attrezzati per il trasporto dei disabili, furono comprati senza nemmeno sospettare che le batterie potessero garantire un’autonomia di appena tre ore, rendendoli di fatto inadatti a coprire qualsiasi percorso. Prima di entrare in funzione hanno sostato a lungo dentro e fuori il deposito di Grottarossa, l’ennesimo cimitero di ferraglia della Città Eterna.

Per renderli operativi ci sono voluti molti anni e diversi interventi di natura strutturale sia sulle vetture che nella rimessa sulla via Tuscolana, la quale al momento li ospita.
Questo è quanto, almeno in attesa del prossimo episodio targato Atac che, c’è da aspettarselo, sarà all’altezza dei precedenti.

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