Potenza È stata uninfinita e dettagliata ricostruzione per raccontare 18 anni di indagini la requisitoria che il pm della procura di Salerno Rosa Volpe ha svolto nellambito del processo con rito abbreviato a carico di Danilo Restivo, unico imputato nellomicidio di Elisa Claps, assente perché detenuto in Inghilterra. Oltre sei ore di arringa. Restivo, invece, non ha nemmeno voluto assistere alludienza in videoconferenza. Mentre il gup fin dallinizio aveva rigettato la richiesta dellarcidiocesi di Potenza di costituirsi parte civile. Il corpo di Elisa Claps è rimasto per troppo tempo nel sottotetto di una chiesa (quasi diciassette anni, ndr). È questa, secondo lavvocato Donatello Cimadomo, legale della diocesi, la motivazione che ha spinto il gup Boccassini a rigettare la richiesta di costituzione avanzata dalla Chiesa. Il gup, secondo lavvocato Cimadomo, avrebbe giudicato la Chiesa «negligente». «Laddove non ci siano responsabilità penali per intervenute prescrizioni, ci sia quantomeno la condanna sociale per chi ha nascosto parte della verità», ha puntato lindice Gildo Claps, fratello di Elisa.
Per la famiglia Claps «ci sono ancora tante ombre da scacciare». Gildo ha sottolineato che «la famiglia si era fermamente opposta alla richiesta della diocesi perché riteniamo sicuramente alcuni esponenti del clero potentino responsabili di condotta omissiva fino al ritrovamento del cadavere. Secondo noi - ha aggiunto - non sono esenti da responsabilità di vigilanza, che non cè stata, il parroco dellepoca, don Mimmo Sabia e i due vescovi, Ennio Appignanesi e monsignor Agostino Superbo».
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