Giudice della corte federale lascia per incompatibilità

Pasquale De Lise, presidente anche del Tar del Lazio, ha deciso di farsi da parte

da Roma

Il grande Barnum dello stadio Olimpico è pronto. Questa mattina alle 9 la ripetizione di quanto verificatosi giovedì scorso: ingressi separati e riservati per giudici, deferiti e stampa; rigido controllo degli spazi all’interno dello stadio; videoconferenza per seguire il processo. E nell’ampio salone dedicato alle udienze da una parte la Caf con il decisionista presidente Cesare Ruperto e i suoi vice di lunga esperienza, i «falchi» Carlo Porceddu e Mario Zoppellari e i novellini Michele Lo Piano e Giuseppe Marziale. Seduto di fronte il 45enne Stefano Palazzi, il Procuratore federale nominato nel maggio 2005 da Carraro, che sosterrà l’accusa. Con lui almeno tre dei vice che ruoteranno a seconda dei singoli casi.
Alle spalle di Palazzi e sull’altra «navata» del salone i collegi difensivi che potranno essere formati anche da più avvocati (la Lazio ne ha tre), con a fianco i propri assistiti. A cominciare da Adriano Galliani che ha assicurato la sua presenza per tutta la durata del processo (saranno invece assenti Luciano Moggi e Antonio Giraudo, dimissionari).
Il secondo e ultimo grado, secondo il pensiero del commissario Rossi, si terrà di fronte alla Corte federale, probabilmente all’Hotel Parco dei Principi.

La grossa novità è l’autosospensione del presidente Pasquale De Lise che, ricoprendo anche l’incarico di presidente di una commissione del Tar del Lazio, il Tribunale amministrativo che potrebbe giudicare gli eventuali ricorsi (la maggior parte degli avvocati ha già fatto sapere che, in caso di condanna, ricorreranno al Tar), ha deciso di farsi da parte per opportunità e per evitare qualsiasi strumentalizzazione. Lo sostituirà alla presidenza il componente anziano, il professor Piero Sandulli.

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