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«Giudici azionisti, processo a Brescia»

«Giudici azionisti, processo a Brescia»

da Roma

Onorevole Maurizio Gasparri, l’esecutivo di An l’ha incaricata di coordinare la Conferenza programmatica del partito che si terrà tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Su cosa si focalizzerà il programma che An presenterà in vista delle elezioni?
«Le tematiche su cui scandire il programma nel dettaglio le decideremo nei prossimi mesi insieme a tutto il partito. Di certo, dobbiamo riuscire a coniugare l’identità della destra su alcuni temi che ci appartengono - come quello della sicurezza e della famiglia - in una prospettiva più ampia. Quello che voglio dire è che non c’è niente di nuovo da inventare, serve però una prospettiva di maggior respiro».
Un programma che non si rivolga solo all’elettore di An?
«Che guardi in modo diverso alla futura casa comune del centrodestra. An deve proporsi per un ruolo più ampio all’interno della Casa delle libertà, deve essere una sorta di partito “totale” e non solo limitato a quelle che sono le sue caratteristiche più specifiche».
L’obiettivo, dunque, sarà quello di coniugare le ragioni dell’identità con quelle della coalizione?
«Credo che sia questa la chiave per rilanciare la destra. Dobbiamo approfittare del fatto che abbiamo superato brillantemente un momento di forte pessimismo e rimboccarci le maniche. La sfida elettorale si può e si deve vincere, anche approfittando della spinta emotiva del nostro elettorato che recentemente, prima con il voto sulla legge elettorale poi con quello sulla riforma costituzionale, si è rianimato. È necessario, però, che la vittoria alle elezioni sia seguita da un rilancio del ruolo della coalizione. Per questo dico che An deve proporre sì delle idee nuove ma senza abbandonare le tematiche che le sono sempre state a cuore».
È dalla Conferenza, quindi, che An lancerà la sua campagna elettorale?
«Sarà un appuntamento chiave, che coinvolgerà tutta la base».
Dopo le polemiche degli ultimi mesi, la sua nomina a coordinatore può essere letta come una sorta di riavvicinamento tra il leader e le diverse correnti del partito?
«Guardi, non è certo una nomina fatta in base ai gruppi o alle correnti. In An ognuno ha un suo ruolo: c’è chi lavora per il governo, chi per il partito, chi si impegna su altri fronti.

Certo, quella che stiamo vivendo oggi è una fase di maggiore coesione interna, un momento di forte unità e grande serenità».

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