Giudici al Csm, anche l'Anm vuol fare le "primarie"

Dopo le primarie del Pd anche quelle dei magistrati? L'Associazione nazionale magistrati discute su come consentire la più ampia partecipazione delle toghe nella designazione dei candidati per il Csm. Superando limiti e condizionamenti delle correnti

Giudici al Csm, anche l'Anm vuol fare le "primarie"

Roma - Dopo le primarie del Pd anche quelle dei magistrati? Parrebbe di sì, visto che l'Associazione nazionale magistrati pensa al sistema delle primarie per consentire la più ampia partecipazione possibile delle toghe nella designazione dei candidati per il Consiglio Superiore della Magistratura, superando così limiti e condizionamenti legati alle correnti.
Novità, questa, che traspare dalla delibera approvata oggi dalla Giunta esecutiva centrale del sindacato dei magistrati, nella quale, senza mai citare espressamente la parola "primarie", si sottolinea la necessità di un forte impegno "per studiare insieme ai colleghi tutti i profili e le qualità necessari per il prossimo Csm, individuando un modello di partecipazione in cui la legittimazione alla rappresentanza provenga da tutti i magistrati e dagli uffici giudiziari, al fine di restituire al sistema nuovo entusiasmo, unità di intenti e democrazia interna". L’ argomento sarà affrontato dal Comitato direttivo centrale nella riunione convocata per il 26 settembre prossimo, ma uscendo dal linguaggio che ricorda da vicino il più classico politichese pare tracciata la strada per la piccola rivoluzione delle primarie.

Il percorso, quindi, è tutto da definire ma nelle intenzioni della Giunta dell’Anm c’ è l’ idea di favorire candidature libere sulle quali i magistrati possano esprimersi definendo le candidature per il Csm. La Giunta ricorda di aver "promosso da tempo un dibattito serio e approfondito all’interno dell’Associazione e tra i magistrati, per affrontare senza ipocrisie, ma anche rifuggendo da facili demagogie, il tema del ruolo dell’associazionismo dei magistrati e delle componenti della Anm. È evidente che in questa riflessione uno snodo fondamentale è rappresentato dalle modalità di selezione dei rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura".

I vertici dell’ Anm bocciano le proposte di modifica della legge elettorale del Csm - avanzate nel mondo politico ma anche all’interno della magistratura - che prevedono l’introduzione di forme di sorteggio o di pre-sorteggio per la selezione dei rappresentanti in Csm, sostenendo che esse "si pongano in contrasto con l’articolo 104, quarto comma della Costituzione.

I padri costituenti hanno voluto un Csm rappresentativo di tutti i magistrati ordinari: affidare al caso o alla sorte la scelta dei componenti del Consiglio significherebbe svilire il ruolo costituzionale dell’organo di governo autonomo e umiliare i magistrati italiani, che verrebbero considerati incapaci di operare scelte consapevoli e libere".

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