Giugiaro, Bertone, Pininfarina c’era una volta il trio italiano

Pininfarina e Bertone si sono già divise in due. Nel primo caso, il complesso industriale piemontese di Grugliasco è stato ceduto all’imprenditore Gian Mario Rossignolo; nel secondo, il ramo produttivo è stato invece acquisito da Fiat. I due nomi storici dello stile italiano sono così ripartiti ridimensionati, ma nelle condizioni di affrontare nel modo migliore le nuove sfide: quella dell’auto elettrica con il francese Vincent Bolloré, tra le più importanti per Pininfarina; i servizi a ciclo completo nel design e nell’engineering per la nuova Bertone. E ora tocca alla Italdesign di Giorgetto Giugiaro, altro simbolo dell’eccellenza del design italiano nel mondo.
Oggi a Moncalieri, nella cintura torinese, alla presenza di Martin Winterkorn, numero uno di Volkswagen, sarà ufficializzata l’acquisizione del 90% di Italdesign da parte del gruppo tedesco. L’azienda, che ha più di 900 addetti, collabora con il colosso di Wolfsburg dal lancio nel 1974 della prima Golf, vettura cult. E sempre nelle prossime ore si saprà anche quale ruolo Giugiaro, presidente della società, e il figlio Fabrizio, vicepresidente nonché direttore della divisione Stile, ricopriranno una volta formato il contratto di cessione.
In poco più di un anno, dunque, lo scenario dei principali carrozzieri italiani è completamente mutato. Diverse le ragioni, legate alle conseguenze della crisi da cui il settore sta cercando di uscire. La necessità di tagliare i costi, infatti, ha fatto sì che le case decidessero di portare al loro interno la produzione delle vetture di nicchia, un tempo affidate proprio ai carrozzieri. In questo modo i costruttori, grazie anche alla flessibilità delle piattaforme di ultima generazione, hanno risolto in parte il problema della saturazione degli impianti, e anche della manodopera, parte della quale rimasta inattiva proprio a causa del calo dei volumi produttivi. Tutto questo ha logicamente nuociuto ai carrozzieri, costretti a rivedere i piani strategici e a prendere decisioni anche dolorose dal punto di vista affettivo.
«Nel caso di Giugiaro - osserva Stefano Aversa, presidente di AlixPartners - ha giocato a favore la collaborazione storica con Volkswagen. L’acquisizione va letta come la volontà del gruppo tedesco di poter contare su un’azienda come la Italdesign nel momento in cui è chiamato a dare seguito all’ambizioso piano di sviluppo», diventare cioè con 10 milioni di unità vendute il più grande costruttore di autoveicoli nel mondo.


«Le case - commenta Giuseppe Volpato, ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia - hanno capito che lo styling e le forme attraenti sono elementi decisivi per i vari marchi, la cui valorizzazione dipende sempre più anche dallo stile».

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