Non sono ancora le 15 quando il sindaco Gianni Alemanno arriva alla Casa San Bernardo, la struttura immersa nel verde dell'Eur dove sta per iniziare il seminario programmatico di giunta e maggioranza comunale. Un confronto di due giorni con gli assessori (ieri) e i consiglieri del Pdl (oggi) organizzato «per avviare - come dirà più tardi il sindaco - una fase di programmazione politica molto importante che si aprirà con la definizione del Dpef che porteremo domani alle parti sociali, proseguirà con il bilancio annuale e pluriennale e si concluderà a marzo, quando presenteremo il piano strategico di sviluppo per Roma una volta terminati i lavori della commissione Marzano». Ma il convegno diventa anche l'occasione per fare il punto con il Giornale sullazione di governo a sei mesi dall'insediamento nell'ufficio con vista sui Fori Imperiali. A margine di questo «tagliando» dell'Eur, un eventuale rimpasto di Giunta e l'allargamento della maggioranza a «La Destra» di Francesco Storace sono ancora due temi sul tappeto? Lunga pausa, sguardo pensoso, poi la risposta. «Direi che è improprio definirlo un tagliando - spiega Alemanno -. E le voci di un rimpasto sono totalmente infondate perché sarebbe pazzesco sostituire dopo così poco tempo degli assessori che stanno lavorando bene, al di là di una fase di rodaggio necessaria e di una naturale mancanza di esperienza. Così come non c'è nessun dissapore nella maggioranza. Quello con La Destra è un rapporto di dialogo che è una diretta conseguenza della loro scelta di appoggiarci al ballottaggio. Ma la composizione della Giunta è coerente con la nostra scelta di allora: quella di non fare apparentamenti ufficiali». Sei mesi in Campidoglio: c'è una cosa che salverebbe e una che invece butterebbe giù dalla torre? «La cosa che più mi è piaciuta è stato lo stop definitivo al parcheggio del Pincio. Una decisione con cui abbiamo difeso l'ambiente, il territorio e la civiltà della nostra città. Dalla torre butterei giù il comportamento dell'opposizione in aula Giulio Cesare. Troppo spesso il centrosinistra ha avuto una tendenza distruttiva e fine a se stessa: spero che in futuro possa esserci un salto di qualità in tal senso».
Quindi la discussione si sposta sui temi d'attualità, tra i quali la fresca nomina del presidente dell'Acer Giancarlo Cremonesi alla presidenza dellAcea. «Una scelta - spiega Alemanno - che è innanzitutto un riconoscimento dell'importanza del tessuto produttivo romano. Ora il prossimo passaggio, in tempi rapidi, sarà quello di confrontarsi con il Cda per definire le future strategie. Ma dire ora quali saranno è prematuro». Saltando da un argomento allaltro, il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha dichiarato che «dare soldi a Roma non è stata la cosa più simpatica del mondo». Il saindaco sorride e replica: «Che non sia una cosa simpatica lo avevano già affermato il governatore della Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti. Ma quei trasferimenti sono necessari per la Capitale e costituiscono sia una grande vittoria del centrodestra romano sia la fine della retorica del governo Berlusconi nemico di Roma». Gaetano Palombelli, uno dei nove dei giuristi del tavolo interistituzionale Comune-Provincia-Regione per le riforme, venerdì ha affermato che i lavori si sono chiusi su una bozza che prevede la «città metropolitana». Non è una contraddizione con l'emendamento su «Roma Capitale» presentato in Consiglio dei ministri? E qui il distinguo di Alemanno è netto: «Evidentemente Palombelli deve essersi confuso perché non c'è ancora nessun accordo su nessuna bozza. I tre giuristi da noi designati condividono l'impostazione del testo Cutrufo, sottoscritto già da 21 sindaci dei comuni della Provincia tra cui Fiumicino e Anzio che non hanno intenzione di confluire in una grande Roma città metropolitana. Noi ribadiamo che un'area così vasta come la Provincia non possa coincidere con un'unica entità territoriale, e che la vera area metropolitana dovrà essere quella di una Regione Lazio a statuto speciale accanto a Roma Capitale»
Si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile sostituzione del prefetto capitolino, Carlo Mosca. Una scelta che sarebbe legata anche a presunti contrasti con lei e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Come giudica un eventuale avvicendamento in via IV novembre? «È unipotesi che non condivido perché riconosco a Mosca una grande professionalità e una grande sensibilità sociale, tanto che fin dall'inizio tra di noi si è instaurato un rapporto basato sul continuo confronto. Ma ovviamente non interferirò con le decisioni del Viminale». È imminente la chiusura del San Giacomo. Per evitarla Italia nostra ha chiesto al sindaco di esercitare i suoi poteri in materia di tutela della salute pubblica... «Per quanto possibile li sto già esercitando - ribatte -. Ma oltre al parere di Marrazzo conta anche quello del ministro del Welfare Sacconi». Alla fine c'è spazio anche per la manifestazione (definita «conservatrice» da Alemanno) del Pd e per le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dallex sindaco Veltroni («mi auguro che Roma continui a crescere»).
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