L'anno prossimo arriverà la concorrenza dei privati sui binari dell'Alta velocità, e il portabandiera della nuova impresa è Luca di Montezemolo. Ma già per il settembre del 2010 è annunciato, più sommessamente, l'esordio della piemontese Arenaways, che darà un'altra spallata al monopolio delle Fs, ma questa volta nel settore dei treni regionali: quelli dei pendolari, della sporcizia, del sovraffollamento, dei ritardi...
La scommessa è di Giuseppe Arena, un imprenditore che ha alle spalle due iniziative nel settore dei treni merci e una con un convoglio di lusso che faceva il tour delle Mitteleuropa; oggi è affiancato da un gruppo di soci piemontesi (il commercialista e immobiliarista Vincenzo Pellegrino, i fratelli Andrea e Giovanni Francone, costruttori e distributori all'ingrosso, la famiglia Valetto della Comital). La sede operativa è ad Alessandria. Arena, 58 anni, è rimasto folgorato dai treni in un ufficio brevetti («lavorai alla registrazione del carrello del Pendolino»), ed è entrato alle Fs per passione a 27 anni, vincendo un concorso per capostazione e, nel giro di qualche tempo, diventando quadro.
Nel 1992, l'anno dopo la direttiva europea di liberalizzazione, si «mise in proprio» rischiando anche del suo («ho venduto due volte casa per finanziarmi»). Racconta: «Le merci mi hanno dato soddisfazioni, ma il mio pallino era il trasporto passeggeri. Arenaways è nata tre anni fa come la prima impresa privata per il trasporto regionale. Nessuno ci aveva ancora pensato. L'Alta velocità non c'interessa».
Scusi, ma con i treni pendolari non ci si perde?
«Con le linee giuste, buona organizzazione e buon materiale si guadagna. Noi abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni e cominceremo con un "anello metropolitano" che collegherà Torino-Milano-Pavia-Alessandria-Torino. Poi verranno i collegamenti tra Torino, Milano e Biella. Tutti credono che ci si perda perché questo è il pensiero che le Fs hanno l'interesse di diffondere».
Che previsioni avete?
«L'investimento per l'avvio è di 50 milioni: tutto l'iter autorizzativo è complicato e costoso, e occorrono spalle larghe. Abbiamo ordinato tre convogli a due piani italiani, della Corifer-Magliola con cui verrà avviata una navetta Torino-Milano da settembre. Poi arriveranno tre diesel della polacca Pesa e sette Stadler svizzeri. A regime avremo 13 treni, nuove linee, e trasporteremo 20mila persone al giorno, il 10% del mercato di riferimento».
Come sarà il servizio?
«Le carrozze saranno molto confortevoli, pulite, e non avranno nulla da invidiare all'Alta velocità. I pendolari oggi ci scrivono ogni giorno supplicandoci di offrir loro rapidamente un'alternativa. Tra Torino e Milano impiegheremo mezz'ora più del Frecciarossa e 10 minuti meno degli attuali regionali. I nostri piani prevedono di andare a pareggio in tre anni, sulla base degli attuali prezzi dei regionali Fs».
Vuol dire che non saranno superiori?
«La gente pensa: arrivano i privati, aumenta il biglietto. Non è vero. E poi, in realtà, tutti i contribuenti finanziano le Ferrovie, anche quelli che non viaggiano. Il paradosso, piuttosto, è un altro».
Quale?
«Che dal luglio scorso la legge prevede che i privati non possano praticare prezzi inferiori a quelli di Trenitalia. È ridicolo. È contro qualunque principio di concorrenza».
Poi c'è la gara regionale in Piemonte...
«Sì, è l'unica Regione italiana che ha avuto il coraggio di bandirla e noi partecipiamo. Dovessimo vincerla, ci occorreranno 80 treni. Ma sgombriamo il campo da equivoci: Arenaways è nata tre anni prima della gara».
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