Giustizia, la Camera dice sì alla ex Cirielli

Dopo le modifiche il provvedimento non è più applicabile al deputato di Forza Italia

da Roma

Mezzogiorno è passato da qualche minuto quando Cesare Previti chiude, di fatto, la lunga partita sulla ex Cirielli tra maggioranza e opposizione. Dalle prime ore della mattina la Camera sta esaminando la discussa legge che riduce i tempi della prescrizione e inasprisce le pene per i recidivi, definita dall’Unione «salva Previti» perché ne andrebbe a beneficiare anche l’ex ministro della Difesa (che ha pendente in Cassazione il processo Imi-Sir e in appello quello Sme). Ma quando il deputato di Forza Italia chiede di intervenire e «benedice» l’emendamento dell’Udc, la partita pare finalmente chiudersi. Perché è chiaro che se passa la correzione voluta dai centristi, la ex Cirielli non sarà più «salva Previti» e l’opposizione perderà il più forte degli argomenti per contestarla. «Tra vedere bocciata una buona legge solo perché può riguardarmi e andare avanti con l’emendamento Udc - spiegherà più tardi il diretto interessato - ho preferito caldeggiare la seconda ipotesi».
In verità, sull’emendamento dell’Udc si lavora alacremente per tutta la giornata. La modifica dei centristi prevede che siano esclusi dai benefici della nuova legge i processi pendenti in Appello e Cassazione, ma l’obiettivo è quello di comprendere anche il primo grado di giudizio per evitare eventuali vizi di legittimità costituzionale. «Così - spiega Erminia Mazzoni, responsabile giustizia dell’Udc - abbiamo sgombrato il campo da ogni dubbio». Gli fa eco Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera: «Fugate tutte le ombre».
L’opposizione resta spiazzata. E dal vociare che accompagna l’inizio dell’intervento in aula dell’ex ministro della Difesa si passa lentamente al silenzio. «È vero - dice un deputato dei Ds - che così rischia di essere una buona legge. Anche se siamo sicuri che ci sia sotto qualche escamotage per far tornare in gioco Previti». Ed è su questo punto che ci si sofferma a lungo nei banchi dell’Unione, ipotizzando - tra le altre cose - che nell’udienza in Cassazione del 16 gennaio la difesa del deputato di Forza Italia possa sollevare, qualora fosse già stata approvata in via definitiva, questione di legittimità costituzionale contro la ex Cirielli chiedendo «l’ennesima sospensione del processo» Imi-Sir. Lo dice chiaro la ds Anna Finocchiaro: questo provvedimento è costituzionalmente viziato e porterà alla sospensione di processi su processi.
In aula si continua a votare senza sosta fino a quasi le nove di sera. Passa il subemendamento che esclude l’applicabilità per i processi già in fase dibattimentale (togliendo all’Unione anche l’argomento dell’amnistia «strisciante») e si passa alle dichiarazioni di voto. Il «no» dell’opposizione è netto, al punto che il ds Francesco Bonito la definisce «una delle leggi peggiori della legislatura». Compatta, invece, la Casa delle libertà. L’azzurro Carlo Taormina elogia l’intervento di Previti, perché «li ha messi a posto tutti, a destra e sinistra». An e Lega sottolineano l’importanza dell’inasprimento delle pene nei casi di recidiva. «Alleanza nazionale - dice Italo Bocchino - è fiera di questa legge». «La Lega - gli fa eco Carolina Lussana - la voterà convintamente, così forse gente come Izzo non ce la troveremo a piede libero tanto presto».

«Ci siamo fatti carico delle obiezioni che non erano strumentali - dice la Mazzoni - e permettetemi di elogiare l’intervento di Previti che ce ne ha dato atto». A scrutinio segreto la Camera approva la ex Cirielli, ormai non più «salva Previti». Ora la parola passa al Senato.

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