Anna Maria Greco
da Roma
Cancellare il nuovo ordinamento giudiziario voluto dal governo Berlusconi è stata la parola dordine dellAnm in questi anni, sventolata come una bandiera in ben 4 scioperi e innumerevoli battaglie. Laltra è cancellare le cosiddette leggi ad personam, tanto attaccate dallopposizione.
Ora arriva il programma dellUnione e i magistrati sinterrogano sulla sapiente genericità delle due paginette che riguardano la riforma Castelli e sulla mancanza di riferimenti precisi alle altre norme contestate. I sospetti di un «tradimento» del centrosinistra, soprattutto nelle ali più oltranziste della magistratura associata, rimangono.
E infatti, il pm di Milano Armando Spataro, esponente di punta della corrente di sinistra Movimento per la Giustizia, da un paio di giorni fa circolare tra colleghi, giuristi e avvocati un documento dal titolo: «Giustizia: abrogare le leggi-vergogna, bloccare la riforma dellordinamento giudiziario». Si raccolgono le firme per chiedere «a tutti coloro che parteciperanno alla prossima campagna elettorale un impegno espresso, preciso e incondizionato a operare immediatamente per labrogazione di queste leggi, che non sia diluito in promesse di riforme generali nei vari settori dellordinamento». Impegno che è «condizione e garanzia irrinunciabile perché, come giuristi e come cittadini, possiamo confidare nella volontà degli eletti di ripristinare effettivamente, non solo in questo campo, le regole fondamentali della democrazia». I firmatari, da Francesco Saverio Borrelli a Carlo Federico Grosso, da Alessandro Pizzorusso a Paolo Flores DArcais, da Mario Almerighi a Gioacchino Natoli, da Nino Condorelli a Vito DAmbrosio, vogliono insomma sapere se possono fidarsi dellUnione o se, in caso di vittoria, riserverà qualche sorpresa. Ed elencano: sospensione immediata dei decreti delegati della riforma Castelli, abrogazione delle leggi su falso in bilancio, ex-Cirielli, legittima difesa e inappellabilità, solo ieri approvata definitivamente e subito bollata come una «brutta legge» dal presidente dellAnm, Ciro Riviezzo.
Perché tanti timori e tante pressioni? Il fatto è che nel programma dellUnione apparentemente si viene incontro alle richieste dellAnm, ma con una vaghezza che consente più possibilità. Si parla di «rimuovere tutti gli aspetti del nuovo ordinamento in stridente contrasto con i principi costituzionali» e, «ove necessario», sospendere le norme della legge delega (o dei decreti attuativi), senza specificare quali sono questi aspetti. Si auspica una «efficace e rigorosa separazione delle funzioni» tra giudici e Pm, pur con un concorso unico e senza test psicoattitudinali; si approva la tipizzazione degli illeciti disciplinari introdotta dalla riforma; si vuole eliminare la gerarchizzazione delle procure, ma garantendo uniformità e coordinamento dellazione penale; ci si pronuncia contro i concorsi «di regola» nella carriera delle toghe, ma si dice che per laccesso in Cassazione ci vuole una «specifica selezione»; si dice sì alla scuola della magistratura anche se controllata dal Csm, che dovrebbe tornare al numero originale di componenti, cioè da 24 a 30.
«Il programma dellUnione - spiega il segretario dellAnm, Antonio Patrono - contiene le linee direttrici giuste, ma non va nei dettagli e lascia la porta aperta a varie soluzioni. La nostra priorità è la cancellazione della riforma Castelli, ma in alternativa vogliamo almeno un cambiamento radicale, mentre non sono indicati in concreto le modifiche che si intendono apportare. Sulle elezioni al Csm, ad esempio, non si parla dellintroduzione del metodo proporzionale né della necessaria proroga dellattuale Consiglio, visto che già prima del voto di luglio saranno avviate le procedure elettorali. E poi, si vogliono introdurre i manager giudiziari di supporto al magistrato, senza specificarne le competenze per evitare che possano interferire nellesercizio della giurisdizione».
Venerdì 24 ci sarà il Congresso nazionale dellAnm e lassociazione prepara il «suo» di programma, perché non ci siano equivoci. «Liniziativa di Spataro - dice Mario Cicala, del comitato direttivo dellAnm - dimostra che si cerca di incidere nella battaglia interna allUnione tra la linea moderata che sembra aver ispirato questo programma soft e la componente più giustizialista.
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