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Giustizia, il Pdl chiede il confronto Ma il Pd chiude la «bicameralina»

RomaIl Pdl invita le altre forze politiche a partecipare ad un tavolo sul piano per le riforme della giustizia, una specie di riedizione della Bicamerale del ’97, guidata da Massimo D’Alema. Pd, Idv e Pdci reagiscono subito con un no, ma l’appello arriva proprio mentre il Quirinale raccomanda di procedere con interventi «meditati e di sistema, in grado di raffreddare le tensioni e di allontanare il rischio di interventi legati alle contingenze».
Giorgio Napolitano mette in guardia dai rischi contenuti in provvedimenti senza «organicità» e «sistematicità», com’è spesso accaduto in passato. «Quando sono eterogenei nei contenuti e frutto di motivazioni di corto respiro - dice - sfuggono alla comprensione dell’opinione pubblica e rendono più difficile il rapporto tra il cittadino e la legge».
Il presidente della Repubblica lo scrive in un messaggio all’Associazione degli studiosi del processo penale «Gian Domenico Pisapia», che celebrano i 20 anni del primo codice della Repubblica. Le tante modifiche seguite al 1989, sottolinea Napolitano, «non sempre sono state organiche». E questi errori non si devono ripetere. Ci vuole «armonia» in tutto il sistema.
La proposta della Consulta della Giustizia del Pdl va in questo senso, ma all’appuntamento del 4 novembre per discutere «tempi e modi» di una riforma risponde un coro di no. Dario Franceschini annuncia che se sarà eletto segretario del Pd la «nuova Bicamerale non si farà». L’altro candidato, Luigi Bersani, replica che il Pdl «non può pretendere di dettare l’agenda» all’opposizione sulle riforme per la giustizia. La maggioranza cominci con il fare «chiarezza al suo interno», polemizza il ministro-ombra Pd Lanfranco Tenaglia. Proposta «indecente quella della Bicameralina», per il leader Idv Antonio Di Pietro e il suo partito non parteciperà. Accettare sarebbe «un crimine politico», per Manuela Palermi del Pdci, perché questa è una «controriforma».
Nell’opposizione l’Udc è l’unico partito disponibile: «Il dialogo non si rifiuta mai», avverte Pier Ferdinando Casini. «Siamo pronti - aggiunge Michele Vietti (Udc) - a vedere le carte, sperando che non sia un bluff». Quanto all’Anm, dice di essere disponibile, se non si tratta di «riforme punitive».


Il documento della Consulta, coordinata da Niccolò Ghedini e dal vice Giuseppe Valentino, propone di superare «immobilismo» e polemiche e aprire un tavolo sia sui progetti di legge già all’esame del Parlamento, dal processo penale alle intercettazioni, sia sulle riforme costituzionali ancora in cantiere. E questo vuol dire: separazione delle carriere e nuovo Csm. Anche la Lega dice di essere pronta al colloquio.

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