"Giustizia, serve una riforma radicale"

Da Parigi il presidente del Consiglio torna a chiedere una riforma decisa del sistema giudiziario che vada oltre la separazione delle carriere. E sulla Robin tax: "Bisogna andare avanti, è una legge giusta"

"Giustizia, serve una riforma radicale"

Parigi - "C’è la necessita ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano". Secondo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, serve una "riforma radicale" della giustizia che va oltre la separazione delle carriere: "Io credo che si debba fare di più, molto di più".

La riforma da attuare "E' necessaria una riforma ab imis del sistema giudiziario italiano", ha detto il presidente del Consiglio a Parigi per i festeggiamenti del 14 luglio uscendo da Palazzo Marigny dove si è tenuta una colazione organizzata dal presidente francese Nicolas Sarkozy in occasione della Festa nazionale francese. Rispondendo a chi chiedeva se con i provvedimenti approvati in Parlamento la situazione della giustizia in Italia fosse tornata nei binari che si augurava il premier ha risposto: "Sì, però c’è la necessità di una riforma ab imis del sistema giudiziario italiano".

I teoremi accusatori In Italia i teoremi accusatori spesso non vengono confermati. Parlando di giustizia, il premier ha risposto a chi chiedeva se avesse sentito delle ultime notizie su Ottaviano Del Turco: "Sì ho sentito e mi sembra una cosa molto strana che ci sia una decapitazione completa, quasi una retata di un intero governo di una Regione". "Ho sentito anche il teorema accusatorio - ha sottolineato ancora Berlusconi - conoscendo l’attuale situazione dell’accusa in Italia...". Poi, rispondendo a un giornalista che gli faceva osservare che questa volta la giustizia non aveva colpito la sua parte politica ma la sinistra, Berlusconi ha risposto: "Non ha nessuna importanza per me che colpisca questo o quell’altro, ma molto spesso i teoremi accusatori sono teoremi che non vengono confermati".

Acceleratore sulla Robin tax Con la Robin Tax "si deve procedere", ha detto Berlusconi spiegando che "c'è stato bisogno solo di un miglioramento, di un perfezionamento di un’imposta che è già stata storicamente attuata e ha dato buoni frutti: si chiamava tassa sugli utili fuori norma". Il premier ha spiegato che con la Robin tax "questi utili vengono provvisoriamente indirizzati ad aiutare chi invece per la situazione che apporta profitti eccessivi da una parte si trova in una condizione molto negativa. Questo - ha concluso - mi sembra una cosa giusta".

La crisi petrolifera Proprio a fronte dei continui rincari del greggio, il Cavaliere ha invitato i paesi consumatori di petrolio e le istituzioni internazionali a "riunirsi con i paesi produttori di greggio per mettere un limite alla corsa delle sue quotazioni". Secondo Berlusconi, "si devono convocare i paesi produttori insieme alle istituzioni e ai paesi consumatori, all’Onu e all’Ue, per vedere di mettere un limite alla speculazione che, alla fine, non è nemmeno vantaggiosa per i paesi produttori perchè non può che accelerare il passaggio al nucleare". Secondo il premier, infatti finchè le nazioni produttrici di greggio non si convinceranno di questo, una loro convocazione è la strada "giusta da prendere, anche in tempi molto stretti". Interrogato sul ruolo della speculazione finanziaria nella corsa verso l’alto del prezzo del petrolio, Berlusconi si è detto "assolutamente certo" che la speculazione stessa abbia un ruolo. "Sul petrolio e si estende anche sulle derrate alimentari - ha spiegato - quando questa speculazione oltrepassa una certa quota fisiologica, tutti coloro che acquistano ora per vendere e consegnare dopo X tempo, hanno tutti i vantaggi possibili per far crescere il prezzo.

E quindi più aumentano le quotazioni dei futures più ci sono probabilità che i prezzi del petrolio aumentano". Un fenomeno che "deve essere contrastato, da un lato come dice il ministro Tremonti e dall’altro con un accordo con i paesi produttori".

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