Non solo Cristiano Doni, definito dal Gip Salvini «autentico protagonista». Se il capitano dellAtalanta si prende la scena nelloperazione «last bet» sia per il ruolo recitato nellorganizzazione, a detta degli inquirenti, che per la sua carriera, ci sono altri colleghi più o meno affermati coinvolti. Come Luigi Sartor che in passato ha vestito le maglie anche di Juventus, è cresciuto nelle giovanili bianconere, Roma, Inter e Parma. Vanta pure un piccolo record: è lunico ad aver vinto la coppa Uefa con tre maglie diverse. Non solo. Vanta anche un titolo europeo Under 21. Viene accusato di aver avuto il ruolo di collegamento tra i bolognesi, di cui faceva parte anche Beppe Signori, e gli esponenti di Singapore.
In carcere è finito anche Carlo Gervasoni, che nella passata stagione ha giocato nel Piacenza. Una carriera di fatto concentrata nel campionato cadetto. In agosto fu squalificato per 5 anni perché accusato di aver fatto una combine con Doni su Atalanta-Piacenza, finita 3-0. In quella gara causò un rigore. È considerato il «reclutatore» dagli investigatori. Incredula la moglie, Raffaella Bosetti: «Non cè nessuna prova, solo nomi fatti da terzi. Siamo rimasti basiti. Credo nella sua innocenza». E poi ricorda: «Mio marito è stato una vittima dellavvelenamento di Cremona, addormentandosi al volante». La partita in questione è Cremonese-Paganese 2-0, del novembre 2010. Il portiere dei grigiorossi, Marco Paoloni, nella prima fase di Last Bet è stato accusato di aver somministrato segretamente dei calmanti ai compagni.
Coinvolto nello scandalo anche Filippo Carobbio, compagno di Gervasoni allAlbinoleffe tra il 2007 e il 2009. Per il centrocampista bergamasco anche 32 presenze in serie A con la maglia della Reggina. In questa stagione è tesserato per lo Spezia che milita in Lega Pro. Ieri il club ligure in un comunicato ha sottolineato «la propria estraneità ai fatti imputati a Carobbio, essendo questi riferiti a stagioni passate, in cui il giocatore non figurava tra i tesserati bianchi».
Non cè praticamente traccia nel calcio italiano di Alessandro Zamperini, cresciuto nelle giovanili della Roma, e poi emigrato in Inghilterra. Uno tra gli esempi, ma non troppo, di «fuga di talenti». Esordisce tra i professionisti nel Portsmouth, poi gira lItalia senza mai lasciare limpronta. Nel 2009 emigra in Lettonia: al Ventspils debutta nelle coppe europee segnando un gol allo Sporting Lisbona in Europa League.
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