Per Gm e Chrysler si riparla di una bancarotta guidata

I consiglieri del Tesoro americano che si stanno occupando del dossier auto stanno «seriamente» prendendo in considerazione l’idea di lasciar entrare in amministrazione controllata sia la Gm sia la Chrysler. Un’opzione che a novembre - quando la situazione non era ancora peggiorata ai livelli attuali - era vista come una specie di catastrofe e che, invece, ora sembra forse la soluzione più semplice.
Messe al riparo dai creditori in base al capitolo 11 del Diritto fallimentare americano, Gm e Chrysler potrebbero riorganizzarsi con minore frenesia anche perché l’entrata in amministrazione controllata annulla, di fatto, i contratti in essere con i sindacati, che sono uno dei grossi ostacoli lungo la strada della ripresa. Il problema, come riportava ieri il Wall street journal, è quello di convincere le banche americane a offrire una linea di credito tale da permettere ai due gruppi di continuare a operare regolarmente anche durante l’amministrazione controllata. Il Tesoro avrebbe contattato, in particolare, Citigroup e Jp Morgan, ma entrambe sono restie ad aprire i rubinetti del credito anche perché si parla di una somma che potrebbe raggiungere i 40 miliardi di dollari, la cifra più grande mai erogata negli Stati Uniti a una società in Chapter 11. Parte di questa somma servirebbe a risarcire i 17,4 miliardi di dollari già concessi alla fine del 2008 dal governo ai due gruppi. La scorsa settimana la Gm ha annunciato di aver bisogno di ulteriori 16,6 miliardi di dollari dal governo per evitare il ricorso all’amministrazione controllata e continuare nel processo di ristrutturazione intrapreso. Chrysler, dal canto suo, secondo AutomotiveNews, sosterrebbe di essere in grado di sopravvivere senza un’alleanza di condivisione dei prodotti con la Fiat se otterrà un nuovo prestito federale di 5 miliardi. Il presidente Bob Nardelli ha appena presentato alla Casa Bianca due piani di salvataggio, il primo con la Fiat, il secondo senza. La casa di Auburn Hills aveva legato la propria sopravvivenza, nel secondo caso, al mantenimento della propria quota di mercato, della rinegoziazione del debito con i creditori e di sconti da parte dei fornitori. Tre fattori giudicati improbabili dagli analisti di Wall Street. Il finanziere Steven Rattner, cofondatore di Quadrangle Group, è stato scelto come consulente della task force appositamente creata dalla Casa Bianca per monitorare i programmi di aiuti pubblici e riassetto delle case Usa.
Ford, intanto, l’unica delle ex Big Three a non aver chiesto aiuti a Washington, ha raggiunto un accordo di massima con il sindacato United auto workers, il principale del settore.

Il gruppo effettuerà in contanti (e per una quota pari al 50% in azioni) i versamenti nel fondo istituito per pagare le spese di assistenza sanitaria dei dipendenti in pensione. In precedenza, era stato preso in considerazione un versamento in soli contanti.

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