da Milano
Sulla General Motors tornano ad addensarsi le nubi. La terapia praticata dal presidente Rick Wagoner non è riuscita a evitare una grave ricaduta della malattia che negli scorsi anni ha afflitto il colosso di Detroit. I risultati del quarto trimestre 2007 e dellintero esercizio sono infatti caratterizzati da un rosso intenso. Gm, in pratica, è entrato nel Guinness dei primati in virtù della peggior perdita mai registrata da una casa automobilistica: 38,7 miliardi di dollari. Era dal 1992, quando lo stesso gruppo aveva denunciato perdite per 23,4 miliardi, che unazienda del comparto non riportava un risultato così negativo.
Il dato, comunque, è dovuto quasi esclusivamente alle rettifiche fiscali che hanno interessato il terzo trimestre. Senza questi interventi e altre voci straordinarie, il rosso ammonta a 23 milioni, contro utili netti di 2,2 miliardi del 2006, e al di sopra delle attese. In calo il giro daffari, passato da 206 a 181 miliardi, nonostante il rialzo delle vendite della divisione auto spinte dalla crescita nei Paesi emergenti e dal tasso di cambio favorevole. Per far fronte alla situazione, Wagoner e il sindacato Uaw (United auto workers) hanno concordato una serie di uscite volontarie che saranno proposte a 74mila lavoratori. Gli incentivi per gli addetti alle linee di montaggio saranno di 45mila dollari, mentre quelli destinati alla manodopera specializzata ammonteranno a 62.500 dollari. Il piano di riduzione dei costi e la fiducia nella ripresa palesata dal direttore finanziario Fritz Henderson («il 2008 sarà difficile, ma tra il 2010 e il 2011 prevediamo un forte aumento degli utili») è stato dapprima apprezzato a Wall Street. Le quotazioni di Gm sono infatti salite dell1%, beneficiando anche dei segnali di incoraggiamento arrivati dalla Casa Bianca, per poi chiudere in negativo (meno 1,9%). «Il rallentamento delleconomia - ha commentato Dana Perino, portavoce di George W. Bush - aumenta le difficoltà su quello che è un settore molto importante dellindustria Usa. Gm sta tentando di ristrutturare le proprie attività in modo da rimanere competitiva nel futuro e siamo sicuri che, nel corso del tempo, avrà successo. I risultati di bilancio, inoltre, riflettono il periodo difficile che sta vivendo il mercato statunitense, con i consumatori che stanno cambiando le loro abitudini e il tipo di veicolo che vogliono acquistare». Dal canto suo il presidente Wagoner è convinto di potercela fare: «Sono ottimista circa la possibilità di migliorare la quota di mercato in Nord America grazie ai nuovi modelli e nonostante la minaccia di Toyota (il testa a testa con i giapponesi ha visto, nel 2007, questi ultimi primeggiare nella produzione e Gm mantenere, seppur di poco, la leadership nelle vendite, ndr).
Anche Ford, infine, potrebbe tagliare altri 9mila posti in Usa utilizzando i prepensionamenti. Positivi, invece, i riscontri in Europa: più 1,5% le vendite a gennaio.
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