A Gm sale il rischio bancarotta Lutz: «Aiuti subito o sarà tardi»

nostro inviato a Ginevra

C’è un po’ più di ottimismo tra le case automobilistiche. Gli incentivi, varati dal governo italiano all’inizio di febbraio, cominciano a «spingere» e già per marzo l’Unrae, l’Unione degli importatori, non esclude il ritorno di un segno positivo nelle vendite dopo un calvario durato 14 mesi. Prima che sulle immatricolazioni (meno 25% a febbraio, rispetto al meno 32,7% di inizio anno), i nuovi bonus hanno avuto un effetto sugli ordini, cresciuti del 54%. Molto richiesti, in proposito, i veicoli alimentati a gas.
Anche la Commissione europea ci ha messo del suo per rasserenare lo scenario. Ieri, infatti, è arrivato il nullaosta di Bruxelles al piano di incentivi varato dall’Italia per sostenere le vendite di auto, elettrodomestici, mobili e computer. Le delucidazioni fornite da Palazzo Chigi sono state giudicate «soddisfacenti» dall’eurocommissario alla Concorrenza, Neelie Kroes. Il «sì» all’Italia, coinciso con quello per gli aiuti in Spagna, segue il via libera ottenuto dalla Francia al piano di prestiti alle proprie industrie automobilistiche.
Dell'effetto combinato «impennata degli ordini-ok della Commissione» si è giovata in particolare la Fiat che ha tirato il fiato in Borsa: il titolo, in una giornata nera, in generale, ha guadagnato l’1,6% portandosi a 3,62 euro con scambi che hanno interessato il 3,17% del capitale. E proprio il gruppo guidato da Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne ha registrato un notevole incremento dei contratti di acquisto: in febbraio, fanno sapere a Mirafiori, sono stati 70mila, il doppio rispetto a gennaio e il 30% in più su febbraio 2008. Soddisfatta del funzionamento degli incentivi è anche l’Anfia: l’associazione che rappresenta la filiera italiana dell’automotive prevede che gli incentivi «producano i primi effetti tangibili sul mercato a marzo, per poi andare a regime in aprile e in maggio».
Tornando alle vendite di febbraio, il gruppo di Torino ha segnato un calo del 21,9%, ma allo stesso tempo ha visto crescere la sua quota di mercato al 32,07% (31,01% un anno fa). Nella classifica delle vetture più vendute, al primo posto c’è la Panda, seguita dalla Punto.
In ripresa è il marchio Alfa Romeo: volumi e quota mercato sono in crescita, rispettivamente, del 51,2% e dell’1,4% (2,7% a febbraio).
A livello di motorizzazioni, guadagnano 3 punti di penetrazione quelle a benzina (hanno raggiunto il 44,5% del mercato) e a minimo impatto ambientale (in crescita del 70%). In parallelo, si registra anche un forte incremento per le city-car. Fiat evidenzia l’interesse «particolarmente forte verso le vetture a metano», i cui ordini sono saliti a 16mila dai 3mila di gennaio. Il Lingotto, del resto, in base ai dati Jato Dynamics, mantiene «il primato europeo nella produzione di automobili ecologiche», con emissioni medie di anidride carbonica pari a 133,7 grammi al chilometro.
Guardando agli altri mercati, Fiat nota che «anche in Germania gli incentivi stanno dando riscontri molto positivi» con ordini che a febbraio sono risultati 5 volte superiori allo stesso mese del 2008. Gruppo italiano in crescita (più 0,3%) anche su un mercato francese negativo (meno 13,1%) con i padroni di casa di Psa (meno 13,8%) e Renault (13%) in affanno. Ma per il pieno decollo degli incentivi in Italia, concordano a questo punto Unrae e Centro Studi Promotor, è urgente la piena operatività dei provvedimenti di sostegno del credito al consumo, con l’intervento concreto del gruppo Sace indicato come garante dei finanziamenti.
I primi riscontri dei piani di aiuto all’auto in Europa, il futuro di Gm e Chrysler legato alla nuova iniezione miliardaria da parte della Casa Bianca, insieme alla drastica cura dimagrante che la crisi economica impone a tutti i costruttori, sono i temi al centro del Salone internazionale di Ginevra che oggi vive la prima giornata dedicata a giornalisti e operatori.

Le difficoltà del momento non hanno impedito alla rassegna di registrare il tutto esaurito, anche se i numeri uno di Gm (Rick Wagoner) e Chrysler (Bob Nardelli) hanno preferito rimanere a Detroit in attesa della fumata bianca da Washington.

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