da Milano
Lultima volta si è schierato contro il suffragio universale: «I tronisti, ad esempio, non dovrebbero avere il diritto di voto». Ora si prepara a sbarcare sul «pianeta Mastella», come lo chiama lui: «Quelluomo è un idolo per noi ceppaloniani convinti». Insomma, Gene Gnocchi torna alla carica imbracciando il giavellotto affilato di Artù, il suo programma di nuovo in onda il giovedì su Raidue dopo Annozero. La ricetta è quella tradizionale. Gnocchi individua la notizia «calda» della settimana: la mette in controluce, sottosopra, di sbieco, alla rovescia e le fa fare una capriola finché non è certo di averne individuato tutte le sfumature. Poi punta il dito sulla caratteristica più oscura del fatto, lago in grado di pungere nascosto tra tanti innocui fili di paglia, e la sviluppa portandola alle estreme conseguenze. In sintesi, opera una vera «dislettura» della notizia. «È un gioco», spiega Gene, «ma un gioco serio. Insieme con gli ospiti partoriamo dei paradossi. Ad esempio, stasera dopo avere idolatrato Mastella, ci chiederemo se le banche sono davvero utili e arriveremo alla conclusione che sarebbe meglio portare tutti i soldi in Svizzera. Ma il percorso è sempre corroborato da dati veri, reali, di quelli che la gente ignora». La definizione perfetta per Artú è infotainment, informazione più intrattenimento, ai quali Gene Gnocchi aggiunge «una generosa spolverata di nonsenso». E i sorrisi di quattro splendide donne straniere: la brasiliana Nara Natividade, la domenicana Maristhelle Garcia, lolandese Flo Bouma e la finlandese Jatta Kakkonen. «Con questo maremoto politico, molte vallette italiane rischiano di finire disoccupate. Per non immischiarci, le nostre le abbiamo selezionate allestero anche se, in verità, le due ragazze di colore Nara e Maristhelle ce le ha caldeggiate lonorevole Borghezio». Dopo limmondizia, la scuola, i salari, spunta addirittura lemergenza vallette: ma lItalia è messa davvero così male? Secondo il comico di Fidenza «i mezzi dinformazione calcano la mano. Certo, alcuni casi sono disperati, come limmondizia a Napoli.
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