nostro inviato a Duisburg
È uno dei simboli di questItalia arrivata alle semifinali più con il carattere che con la tecnica o le giocate di Totti o ancora i gol delle punte. E un gol importante lha fatto lui, Gianluca Zambrotta. Quello che ci ha spianato la strada nei quarti, ma che soprattutto ha un valore affettivo importantisssimo. «Era da tanto che non ne segnavo uno così, averlo fatto proprio nel giorno in cui avevamo la testa a Gianluca Pessotto mi ha fatto venire i brividi», dice lesterno azzurro. Che ripercorre mentalmente quel sinistro finito in rete dopo sei minuti. «Una rete così lavevo fatta solo a Vicenza nel 97, quando giocavo nel Bari: scendere da destra palla al piede, poi cambiare e calciare di sinistro. Pensate, fu il mio primo gol in serie A. Davvero era nel mio destino».
E ora il destino del nostro mondiale dovrà essere scritto contro la Germania. «Delle sfide con i tedeschi mi ricordo quella dell82. Tra noi e loro cè perfetto equilibrio, ma nel calcio di oggi al 95 per cento vince chi corre di più, ce lo dice sempre anche Capello». Ecco la ricetta, a far la differenza potrebbe essere la condizione fisica. «Questo non significa che possiamo fare a meno di un giocatore come Totti, anzi è vero il contrario. Francesco ha superato i problemi legati allinfortunio e sta migliorando giorno dopo giorno».
Ma anche Zambrotta ha dovuto recuperare da alcuni guai fisici e ora corre molto perché è entrato in forma al momento giusto. «Il fatto è che ho avuto la possibilità di rifiatare con la Juve sottolinea lesterno dellItalia -: mentre gli altri correvano, io mi riposavo per venti giorni causa infortunio. Anche qui in nazionale mi ero fermato, a inizio ritiro, e ho avuto possibilità di rifiatare. E ora sono in forma». Tanto da essere stato incluso nella lista Fifa per il Dream Team del Mondiale: «Mi fa piacere, ma cè anche Buffon? Sarebbe da Pallone dOro, anche se i precedenti non lo favoriscono. Daltra parte, mi fa già un certo effetto che non labbia ancora vinto Alessandro Del Piero».
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