da Cremona
Parte col piede sbagliato il trentenne Renzo Candussio, larbitro di Cremonese-Foggia, ritorno dei playoff di C1 che promuove i grigiorossi di Emiliano Mondonico alla finale col Cittadella per un posto tra i cadetti. Una prova del fuoco per il ragazzo di Cervignano del Friuli che sa di bocciatura, perchè la sua prestazione non è apparsa positiva al cento per cento come si richiede per i fischietti in corsa per la promozione alla Can di A e B.
La differenza con un arbitro di A la si nota subito, fin dai piccoli particolari: la quaterna arbitrale che arriva con un taxi anonimo senza nessun accompagnatore ufficiale; la segregazione nello spogliatoio nemmeno si trattasse della clausura, proprio per non avere contatti con lambiente esterno. Anche il riscaldamento: in A e B viene effettuato da arbitro e guardalinee sul campo, mentre il "marine" Candussio (così lo caratterizza il taglio dei capelli) se lo fa nello spogliatoio, sotto il settore distinti completamente vuoto. E poi la divisa nera, senza nome sul colletto e senza auricolare per parlare con gli assistenti.
Sul pronti via interviene in ritardo su un paio di falli, non concede altrettanti vantaggi evidenti: la tensione è tanta e gli fa perdere lucidità. Al 25, con un giocatore del Foggia a terra e dolorante, non ferma il gioco (ma non lo fanno neanche i rossoneri, ieri in bianco). Al 28 mischia nellarea pugliese, rigore sacrosanto reclamato dalla banda Mondonico e Candussio non trova di meglio che estrarre due gialli nel mucchio. Si saprà dopo che sono per Temelin e Rinaldi. Al 30 lunica cosa giusta: rosso per il portiere locale Biachi che abbatte fuori area De Paula.
Nella ripresa il pareggio di Temelin, che regala alla Cremonese la finale, è viziato da un evidente fallo sul portiere Agazzi che resta a terra. Poi ancora tanti errori e, al fischio finale, la rabbia dei foggiani, in particolare dellallenatore pugliese Nanu Galderisi, che costringono Candussio a lasciare il terreno scortato dalla polizia.
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