Un golpe abbatte la rivoluzione dei tulipani

I violenti scontri scoppiati mercoledì nei dintorni del palazzo presidenziale di Bishkek, capitale del Kirghizistan, si sono trasformati in un colpo di Stato. Il governo del Paese ex sovietico si è dimesso e il presidente Kurmanbek Bakiev ha lasciato, secondo fonti aeroportuali, il Paese. Il primo ministro Daniyar Usenov avrebbe rassegnato le dimissioni, secondo quanto sostiene uno dei leader dell’opposizione, Temur Sariev, parlando alla tv di Stato, il cui centro di trasmissione a Bishkek è sotto il controllo dei rivoltosi. Sariev ha aggiunto che anche il resto del governo si è dimesso. L’opposizione ha inoltre annunciato di aver costituito un nuovo esecutivo. Come primo ministro sarebbe stata scelta Roza Otubaieva, ex ministro degli Esteri del Kirghizistan ed esponente del Partito socialdemocratico.
Il Paese è in pieno caos. Un altro leader del fronte anti-Bakiev, Umurbek Tekebaiev, ha affermato che negli scontri tra dimostranti e polizia sono morte 100 persone. Il ministero della Sanità ha diffuso un bilancio secondo il quale ci sarebbero 40 morti e 400 feriti. Incertezza sulle sorti del ministro degli Interni Moldomusa Kangantiev che, secondo diverse fonti, sarebbe stato ucciso a botte nella città di Talas. Fonti sostengono inoltre che il vicepremier Akylbek Japarov sarebbe caduto nelle mani dei rivoltosi. Oltre alla tv di Stato, i manifestanti hanno preso anche il controllo del Parlamento, della sede del Servizio di sicurezza nazionale ed è stato dato alle fiamme il primo piano della sede della procura generale. La residenza del presidente è stata saccheggiata.

I manifestanti chiedevano le dimissioni del presidente arrivato al potere cinque anni fa dopo la cosiddetta rivoluzione dei tulipani e protestavano anche contro l'aumento del prezzo del carburante, addebitato alla corruzione del governo.

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