La gomma cancella ancora Valentino

Assen, Rossi parte con l’11° tempo: «Con la pioggia le Bridgestone fanno un altro sport rispetto alle Michelin». Stoner secondo, dietro Vermeulen

da Assen

Casey Stoner vola, Valentino Rossi arranca. Il verdetto è pesante, ma inequivocabile: Stoner è secondo a 17 millesimi dalla pole di Chris Vermeulen (uno specialista del bagnato), mentre Rossi è undicesimo a 1"8 e ancora una volta alle spalle del compagno di squadra Colin Edwards, sesto. Cosa sta succedendo al campione?
«Con l'acqua le Bridgestone fanno un altro sport rispetto alle Michelin» allarga le braccia sconsolato e impotente il campione, avvilito di fronte a una netta e inequivocabile supremazia del gommista giapponese su quello francese. Lo dice la classifica, inconfutabile: sette moto con le Bridgestone ai primi otto posti, otto nei dieci confermano che, effettivamente e senza dubbio, la Michelin fatica sul bagnato come non mai. Ma c'è dell'altro, perché Rossi non può finire un'altra volta alle spalle di Edwards e dietro anche a Pedrosa (nono), uno che fino a pochi mesi fa sul bagnato non andava nemmeno a spingerlo.
«Tecnicamente sappiamo perché Edwards è andato più forte di me sul bagnato sia qui sia a Donington e credo che se non avessi avuto dei problemi con una gomma che vibrava avrei fatto il suo stesso tempo. Pedrosa, invece, è andato subito forte all'inizio, poi ha fatto più fatica».
Insomma, secondo Rossi l'undicesimo posto sullo schieramento non è completamente veritiero, ma nemmeno Valentino può essere ottimista per la gara.
«È chiaro che per i piloti Michelin sul bagnato non c'è nulla da fare e non solo contro Stoner, perché vanno forte tutti con le Bridgestone: le Kawasaki, le Suzuki, Melandri con la Honda e perfino Hofmann è fuori dalla mia portata: cercherò di attaccarmi a lui per farmi tirare...».
Nonostante tutto, Vale ha ancora la forza di scherzare, ma sa benissimo che la situazione è piuttosto critica. E lo sarà anche se non dovesse piovere. Ma in questo caso, Rossi se la giocherebbe.
«Con l'asciutto - è la sua corretta analisi - sono stato il più veloce nelle libere e ho girato anche con un buon passo. Se fossi partito dalla prima fila avrei anche potuto pensare a vincere, ma scattando dall'undicesima posizione ho pochissime possibilità. È vero che in passato sono riuscito a farcela partendo da così indietro, ma erano altri tempi: allora le gare erano divise in tre fasi e in quella finale si poteva veramente fare la differenza, mentre adesso tra il primo e l'ultimo giro il tempo cambia al massimo di tre decimi».
Stoner così ha la concreta possibilità di aumentare ulteriormente il suo vantaggio in classifica, già di 26 punti. Come succede ormai dall'inizio del mondiale, Casey è sempre là davanti a martellare tempi e ritmi impressionati, in qualsiasi condizione, in qualsiasi pista. Nelle libere del mattino, Rossi è stato più veloce di un inezia (43 millesimi), ma nel passo gara è stato più incisivo l'australiano della Ducati, mentre nell'ora di qualifica, Casey si è permesso il lusso di stare fermo ai box nei minuti finali forte di un tempo che gli garantiva comunque la seconda posizione.
«Non mi importa nulla aver perso la pole position per 17 millesimi - dice con il sorriso sulle labbra -, per me conta solo essere in prima fila. Siamo a posto in ogni condizione, abbiamo lavorato bene sia con l'asciutto sia con il bagnato: in ogni caso sono competitivo.

Partire davanti è sicuramente un vantaggio, ma non è fondamentale, perché si è visto in altre gare che anche scattando da dietro si ha la possibilità di recuperare. E questa non è la gara decisiva del mondiale, ma soltanto un altro Gp del campionato».

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