Con Google e Amazon il gioco si fa duro

Pochi giorni fa su queste pagine i maggiori editori e distributori italiani impegnati «sul fronte dell’e-book» hanno dichiarato all’unisono che, con l’arrivo del Natale e nei prossimi mesi, la sfida per conquistare i lettori digitali si sarebbe fatta «acerrima, violenta e molto incerta». E, sottointeso, senza quartiere. Parlavano di e-book italiani: lo 0,5 per cento del nostro comparto librario, un giro di affari di «solo» quattro milioni di euro. Figuriamoci, dunque, cosa sta accadendo in America, dove i colossi editoriali sono abituati a darsele di santa ragione per quote di mercato anche più piccole.
Lunedì scorso Google ha annunciato la sua discesa in campo. Nessuno se l’aspettava. Si sapeva, anche per le class action degli editori di mezzo mondo per bloccare l’operazione, che Google Books era impegnata da tempo a digitalizzare il patrimonio librario dell’umanità, tuttavia si pensava che la faccenda sarebbe andata per le lunghe. Lo scopo era creare un’immensa biblioteca universale fatta di «opere orfane», cioè quei libri i cui autori sono irreperibili o sconosciuti. Vista l’aria di feroce concorrenza, però, quelli di Google devono aver deciso di accelerare: ora in America, e dall’anno prossimo anche in Europa, i lettori possono leggersi direttamente dal web (importante novità, infatti, è che non è necessario possedere un ereader o un programma specifico) parecchi titoli provenienti dal progetto Google Books ma anche (e soprattutto) da qualsiasi altro store che abbia attivato contratti con l’azienda di Mountain View: opere orfane, quindi, e non solo. Tradotto: buona parte della produzione editoriale in lingua inglese, compreso quella fuori commercio. Gli e-book acquistati potranno essere messi, senza nemmeno farne il download, su uno scaffale all’interno del proprio account Google, per leggerseli a piacimento (aspetto collaterale: pirateria azzerata).
Apriti cielo. Sentendosi mancare la terra da sotto i piedi, Amazon ha annunciato ieri che tutti i suoi e-book sono immediatamente acquistabili anche da chi non possiede l’e-reader targato Amazon, cioè Kindle, nelle sue svariate versioni, o il programma di lettura apposito. In precedenza, solo il primo capitolo era leggibile dal web senza ulteriori installazioni di software o prenotazioni di device. Ciliegina sulla torta, sotto il motto «Ogni sito web può essere una libreria», Amazon ha deciso di offrire la possibilità a titolari di siti e blogger di vendere e-book, ricavandoci ovviamente una percentuale.


L’intera faccenda somiglia a una parziale marcia indietro: addio iPad, Kindle e altri e-reader, ora potete comprare e leggere e-book semplicemente col vostro programma di navigazione preferito o con il telefono cellulare. Ma è solo l’inizio, ne siamo certi.

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