Milano Avevamo dovuto pazientare settimane pur di liberarci di Noemi. Siamo punto e da capo. Questa Patrizia D’Addario non ha alcuna intenzione di sloggiare dalle prime pagine. Sulla Stampa, sobriamente, afferma: «Mi vogliono mettere al rogo come Giovanna d’Arco». Ok, aggiungeremo un’aureola sul calendario: santa Giovanna Escort. La superteste, sempre sul punto di rivelare l’indicibile, concede l’ennesima intervista, una lenzuolata di una pagina e mezzo, a Repubblica. Si sa, il «Barigate», con tutte le sue derivazioni più numerose ormai delle teste dell’Idra, va tenuto vivo. E allora tutto può servire per rosolare sulla graticola il premier. Lui non si ricorda di lei? Ecco la cannoneggiante risposta: «La faccia di quell’uomo me la ricordo bene. L’ho avuta troppo vicina per dimenticarne i dettagli». Veramente, in questo guazzabuglio di rivelazioni che vanno e tornano al punto di partenza, una cosa ci sembrava ormai assodata: che lei avesse passato una notte con lui. Patrizia e la Repubblica forse temono che non l’abbiamo capito e ci inondano di parole. Solo che quando i due intervistatori, mica uno, vengono al dunque, lei sfuma: «Su quella notte non posso dire». Eh no, prima di sapere dovremo sorbirci un altro rotolo di chiacchierate e pure le foto, in posa, della Prima comunione?
L’inchiesta della Procura di Bari va avanti, in silenzio. Quella di carta dilaga ed è quasi impossibile tenerne il passo. Al martedì, Repubblica ci informa che uno spacciatore venne invitato a Villa Certosa; poi al giovedì il quotidiano rivela che la cocaina scorreva sì a fiumi ma alle feste di Gianpaolo Tarantini. E che c’entrano le feste di Tarantini con Berlusconi? E poi quali feste? In Sardegna? A Bari? Dappertutto?
Ormai i giornali hanno frullato in un unico cocktail Bari-Villa Certosa - la cocaina- le protesi vendute da Tarantini in Puglia - le feste e i festini- le foto di Topolanek in costume adamitico. Facciamo un passo indietro: dov’è la polpa? Per quale motivo Berlusconi dovrebbe dimettersi? Dove è sfregiata irrimediabilmente la sua figura? Pagava le squillo d’alto bordo? Santa Patrizia Escort nel lenzuolo a due piazze rimboccato ieri da Repubblica quantifica: per le due trasferte a Palazzo Grazioli ha ricevuto mille euro. Non uno di più. Messi in busta dal venditore di protesi. Sparagnino, anche se desideroso di ambientare la propria vita in un set alla fratelli Vanzina.
Dieci giorni di scoop, il Governo sull’orlo di una crisi di nervi e tutto per una busta da mille euro. Per carità, ogni giorno spuntano come funghi mediatori, collaboratori, facilitatori. C’è quello che cercava le ragazze e l’altro che portava in Costa Smeralda la mozzarella, le bottiglie, i candelabri e «molto altro». Forse, due volte forse, la cocaina. Del resto i quotidiani, sempre più cani da tartufo, ci hanno schiarito le idee: la droga viaggiava sull’asse Bari-Civitavecchia-Olbia. E a Olbia, non si scappa, chi c’era se non Berlusconi e Apicella? «L’ombra della coca vola su Berlusconi», titola a tutta pagina El Pais che affastella in un megacarosello le foto di Antonello Zappadu, Topolanek, sempre più nudo, la droga, le ragazze.
In questo ribollire di piste investigative non si sa più dove correre. Il Corriere della sera ci spinge a Cortina perché laggiù Patrizia «ha svelato un vorticoso giro di eventi mondani». Che a 24 ore di distanza, lessicalmente riverniciati diventano, nientemeno, «i party con attrici e imprenditori». L’Unità, invece, va sul sicuro: s’installa sin dalla prima pagina a Villa Certosa e ci dà la più sconvolgente delle notizie: l’avvocato Niccolò Ghedini cerca «disperatamente» di cancellare le tracce. Le tracce di chi? Ma certo, del premier che in effetti dovrebbe muoversi a casa sua in guanti bianchi e tuta alla Csi per non lasciare impronte compromettenti.
Ma che cosa succede a Villa Certosa quando non c’è Topolanek? Ce lo spiega L’espresso, oggi in edicola, con un filmato choc di due minuti. È l’11 agosto 2008 e Berlusconi è al tavolo in giacca bianca. Con lui, pensate un po’, Simona Ventura e Simon Le Bon dei Duran Duran. In pratica un’associazione a delinquere. Più il solito codazzo di donne in gonna e minigonna, più l’uomo protesi, al secolo Gianpaolo Tarantini, Gianpi per gli amici e ormai anche per chi ne farebbe a meno. Quella festa è uno scandalo perché, ci ammonisce L’espresso, in quel momento «il mondo vive ore di angoscia per la crisi Russia-Georgia». E che fanno Berlusconi, Simon e Simona? Cantano. L’11 agosto. Che schifo. In effetti un Presidente del consiglio prima di partecipare ad un party - sempre che anche questa parola non sia sospetta - dovrebbe aver risolto tutte le guerre, le calamità naturali, le carestie, le crisi economiche. Peccato che se c’è un conflitto di cui Berlusconi si è occupato è stato proprio quello fra Russia e Georgia. Non importa. E poi, chissà, a guardare e riguardare alla moviola questo filmino potrebbe saltare fuori una Noemi, una Patrizia o una Barbara.
Berlusconi deve dimettersi: perché? Qual è la ciccia dell’inchiesta di Bari? Berlusconi è indagato per qualcuno dei reati che i giornali aprono quotidianamente come un ventaglio veneziano? No, non risulta.
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