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Il governatore e il faccendiere: colloqui scottanti

Calabria, in un filone di Why not i rapporti tra Loiero e D’Andria per il business dei parchi eolici. Intercettate numerose conversazioni. Indagato dalla Procura di Paola pure Nicola Adamo, uomo di punta del Pd

Il governatore e il faccendiere: colloqui scottanti

Crotone - Renato D’Andria, il faccendiere. Agazio Loiero, il governatore della Calabria. Cos’hanno in comune i due? Molto, secondo i carabinieri di Crotone che hanno intercettato entrambi in uno dei filoni scaturiti dall’avocazione dell’inchiesta Why Not. L’interesse reciproco convergerebbe sul business miliardario dei finanziamenti pubblici nel settore dell’energia eolica intorno al quale si sarebbe dato parecchio da fare questo discusso imprenditore napoletano, già segretario del Psdi, arrestato nel 1989 per associazione per delinquere, truffa e bancarotta, ri-arrestato dieci anni dopo ancora per bancarotta, ammanettato di nuovo nel luglio del 2001 per presunte attività di dossieraggio illegale. Su D’Andria, e su Loiero, si è inizialmente concentrata l’attenzione del pm Luigi De Magistris allorché la procura di Milano ha trasmesso a Catanzaro un tomo d’intercettazioni che vedevano per protagonista proprio D’Andria. Dopodiché è toccato al pm Eugenio Facciolla, della procura di Paola, prendere in mano il fascicolo e approfondire determinati affari. L’accelerazione nell’indagine che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di Agazio Loiero (indagine oggetto di aspre polemiche interne per la mancata perquisizione a casa del Governatore e per via di alcune notizie, coperte dal segreto, arrivate al Governatore, secondo quanto ha confessato l’assessore Tommasi) l’ha data un rapporto riservato del Nucleo Operativo dei carabinieri di Crotone. Nel dossier del 16 ottobre 2007 vengono riportate le conversazioni fra Loiero, D’Andria e un personaggio che ha personali interessi in aree destinate ai parchi eolici. «I due (Loiero e D’Andria, ndr) hanno premura di vedersi, giacché concordano che la “situazione” è urgente.

Con il trascorrere del tempo - annotano i carabinieri - la fase embrionale della presente attività sta volgendo al termine. Come verrà riportato nelle telefonate intercettate, ci si renderà conto che gli attori dell’indagine sono passati alla fase di attuazione del loro programma. In particolare Renato D’Andria inizia a stringere i tempi per portare a termine i progetti messi in piedi. Egli stesso avrà diretti contatti con il presidente Loiero al quale sta a cuore la «faccenda» di Francesco (...)», il proprietario dei terreni «legato strettamente a Renato D’Andria». Nei confronti di questo Francesco, insistono i carabinieri, «è in atto una pratica fallimentare che pende presso il tribunale di Crotone e che parte dei terreni ricadono in località San Biagio, guarda caso dove dovrebbe sorgere un sito eolico che interessa D’Andria». È qui - si legge sempre nel rapporto - che il collegamento fra i vari personaggi intercettati «appare sempre più stretto».

Poiché «l’organo deputato al rilascio delle previste autorizzazioni, oltre a quelle comunali, è anche la Regione Calabria. Per cui, sicuramente, l’interesse spasmodico di Loiero di stimolare D’Andria in un suo intervento “finanziario”, verosimilmente avrà anche per lui un ritorno economico».
E così il 6 ottobre 2007 D’Andria risponde al cellulare: «Pronto, ciao Agazio!». Loiero: «Ohè Renato... come stai?». D: «Bene, bene, lavoriamo». L: «Senti, è Ciccio (...) Ti ha chiamato ma non l’hai...». D: «Quand’è che ci possiamo vedere?». L: «Sono a Roma...» (...). D: «Ti devo dire un po’di cose serie...». L: «Ah, ci mancherebbe. E Ciccio? Non ti dico niente di Ciccio, no?». D: «No, no, e che mi devi dire? vai avanti...». Nella telefonate successive, sempre secondo i carabinieri, D’Andria sembra darsi un gran da fare. Il 10 ottobre rassicura così il suo interlocutore privilegiato: «Uei ciao Ciccio». Ciccio: «... stasera a Crotone c’è l’amico tuo...». D: «Quale degli amici?». C: «Quello di Catanzaro... eh eh...». D: «E che fa a Crotone?». C: «Fa una cosa di partito (...). E... il resto, tutto in quel modo. Ora vediamo...». Le intercettazioni sono tutte agli atti di un’inchiesta che sta per deflagrare in casa Pd. Oltre a Loiero, risulta indagato Nicola Adamo, uomo di punta dei Ds calabresi, ex vice presidente del consiglio regionale con più inquisiti d’Italia.

Un riscontro lo si intravede nelle parole del pm Facciolla che parla degli interessi di D’Andria, di Loiero e di Adamo, a verbale, il 22 luglio scorso: «Le indagini - dice il sostituto di Paola - hanno consentito di ricostruire un serio quadro indiziario con riferimento al coinvolgimento nei fatti illeciti di pubblici amministratori regionali e di Renato D’Andria, elemento centrale della nostra indagine». Il pm De Magistris, interrogato, dice di più: «A un certo punto ho visto questo D’Andria che cominciava a fare affari, si è spostato dalla Campania in Calabria (...

) Da come mi avevano riferito i carabinieri di Crotone, si parlava addirittura di somme indebite di denaro, mazzette, non so, qualcosa di questo tipo, al presidente della giunta regionale Loiero».

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