Il governatore sulle difficoltà della compagnia di bandiera: «Stanno penalizzando lo scalo». Il sindaco: «Bisogna valorizzare l’hub anche per i collegamenti con la Cina» «I voli da Malpensa per l’Asia non si toccano» No di Pirellone e Comune alla

(...) «I voli non si toccano» è la sostanza della loro posizione e non potrebbe essere diversamente, dal momento che il problema e l’obiettivo naturale di Malpensa è quello di aumentare i collegamenti con l’Oriente, certo non di ridurli. Come argomentano i dati forniti dal Pirellone e da Palazzo Marino, i voli da Malpensa per il Far East hanno un indice di riempimento molto alto e sempre più compagnie orientali chiedono di poter operare nello scalo milanese (dopo Singapore Airlines e Thai a breve lo farà anche Malaysian Airlines). La Lombardia è prima in Italia nel commercio con la Cina: con quasi 2 miliardi di euro d’interscambio rappresenta oltre un terzo del totale nazionale (35,7%), con un trend di crescita rispetto al 2005 del 19,7 per cento. «Un contesto nel quale Milano eccelle con oltre 1 miliardo di euro di interscambio» spiega la Moratti. Gli scambi sono aumentati in un anno del 17,7%, così che Milano da sola pesa per il 59,2% dell’import lombardo (+19,1% in un anno) e per il 53,4% dell’export (+13%). «Per questi motivi occorre evidentemente una politica di valorizzazione del servizio di Malpensa come hub di tutto il Nord-Ovest, in modo speciale per quanto riguarda i collegamenti con la Cina nel panorama dell'offerta di tutte le compagnie aeree, a partire da Alitalia» conclude il sindaco.
Il problema semmai è l’incapacità di Alitalia di sopportare i costi economici necessari a garantire i collegamenti intercontinentali. Spiega Formigoni: «Le vicende di Alitalia coinvolgono innanzitutto il territorio, il governo non può evidentemente ignorare le ricadute che qualsiasi decisione, o mancanza di decisione su Alitalia, avrà sugli aeroporti e sui territori». Sul piede di guerra anche il Comitato Malpensa. «Risulta arduo cogliere il senso della scelta di Alitalia volta a ridurre i collegamenti» sostiene Gianfredo Comazzi, presidente del Comitato. Il presidente del Lazio è di tutt’altro avviso. «Se non lavoriamo all’hub naturale di Fiumicino tutto potrebbe essere inutile.

Abbiamo riscontrato un grande interesse a portare i turisti cinesi in Italia e nel Lazio» sostiene Marrazzo, che ha chiesto ufficialmente a Romano Prodi e al governo di affrontare il problema. Immediata la levata di scudi della Lombardia.

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