«Il governo ci dà una mano? Allo sportello se la riprendono»

Giovanni Castrogiovanni dirige la Exa srl di Montanaro, località del Canavese in provincia di Torino. La storia sua e dei suoi 30 dipendenti quella di un piccolo imprenditore che ha idee, coraggio, voglia di rischiare. E problemi con le banche, raccontati in una mail al Giornale.
Di che cosa si occupa, signor Castrogiovanni?
«Produciamo apparecchiature elettroniche per uso civile e industriale, dai rilevatori di gas alle centraline telefoniche. Prodotti sviluppati dal nostro ufficio progettazione».
Prodotti innovativi, dunque.
«Nell’ultimo anno abbiamo investito in ricerca per svincolarci dal settore terziario che dava segni di instabilità. Aziende del Nord America e di Taiwan si sono proposte come acquirenti e distributori».
Paesi che sono travolti dalla crisi economica.
«Purtroppo. Per oltrepassare le difficoltà è necessaria liquidità. Ma nonostante dal 1993 siamo sempre cresciuti operando in maniera trasparente e corretta, il sistema creditizio ha chiuso le porte. Non c'è nulla che noi piccoli possiamo fare se il sistema non ci sostiene».
A lei che cos’è successo?
«A gennaio abbiamo chiesto di dilazionare e rinegoziare finanziamenti e leasing con due istituti. Uno di questi sta aspettando il via libera di un consorzio di garanzia. L'altra banca ha rifinanziato il leasing ma la prima data utile sarà a fine aprile».
Tempi di reazione lunghi.
«Ma se mi chiedono un documento di bilancio devo scattare sull'attenti. A una terza avevo chiesto un ulteriore mutuo».


Gliel’ha concesso?
«Pretendono la garanzia di un consorzio fidi più una fideiussione di importo superiore del 10 per cento al valore del prestito».
Due garanzie per un mutuo?
«Ordini della direzione centrale, mi ha confidato un funzionario dell'istituto. Tremonti tende una mano alla piccola industria ma il sistema bancario quella mano la ritira».

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