Paolo Gradnik, presidente di Federfarma Lombardia, non ci sta a essere etichettato come un difensore di posizioni di privilegio. «Proprio noi - dice - che abbiamo presentato proposte per liberalizzare il sistema farmaceutico più di un anno fa, in tempi non sospetti».
Tutti accusano i farmacisti di voler bloccare la vendita di aspirine nei supermercati...
«Questo è il danno minore del decreto Bersani. In passato, pur di uniformarci ad altri Paesi europei, siamo stati disposti a discutere anche sulla vendita libera di farmaci di automedicazione. I problemi sono altri...»
Lombra delle multinazionali?
«Appunto. Bersani vuole fare dei farmacisti dei meri dipendenti, al servizio di due o tre grandi catene. Questo si chiama oligopolio, altro che liberalizzazione!».
Però le ex farmacie comunali non vi appoggiano nella lotta...
«Questo non corrisponde alla realtà. Alcune lo fanno, a cominciare già da oggi con lo sciopero. Chi non è con noi è perché già è gestito dalle multinazionali. Ecco la verità!».
Oggi, intanto, i milanesi troveranno le saracinesche abbassate...
«E ci dispiace. La nostra protesta è però molto civile e volta a penalizzare il meno possibile i cittadini.
E dopo lo sciopero?
«Dipende dal governo. Se le risposte di Prodi non fossero positive allora significa che a essere civili non si ottiene nulla. E inaspriremo la protesta».
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