Il governo definisce il piano per salvare mille esuberi Fiat

Proposto un mix di cassa integrazione e mobilità lunga. Il sottosegretario Rosso: così garantiamo reddito e pensione

Il governo definisce il piano per salvare mille esuberi Fiat

Gian Maria De Francesco

da Roma

Il governo vuole fare un passo avanti verso la soluzione del problema legato agli esuberi della Fiat. Ieri il sottosegretario al Lavoro, Roberto Rosso, ha ribadito a Torino le proposte che l’esecutivo intende avanzare al prossimo tavolo tecnico con il gruppo torinese e i sindacati per evitare il licenziamento di circa mille lavoratori (soprattutto impiegati e quadri) dello stabilimento di Mirafiori. Il progetto del governo si sostanzia in due anni di cassa integrazione straordinaria, due di cassa integrazione ordinaria, tre anni di mobilità e ancora mobilità lunga fino alla pensione.
«Il prepensionamento proposto dai sindacati - ha detto Rosso - è un provvedimento primitivo, ma anche incostituzionale perché crea una sperequazione tra i lavoratori delle grandi aziende e quelli delle piccole e medie imprese che non possono usufruirne». Il sottosegretario ha inoltre illustrato il carattere innovativo della proposta che «garantisce a tutti i lavoratori il reddito e la pensione». Secondo Rosso, la Fiat si sarebbe «impegnata a garantire l’integrazione del reddito», mentre i dipendenti dovrebbero accettare una clausola con la quale perderanno i benefici se non accetteranno eventuali nuove offerte di lavoro. «La strada da percorrere - ha concluso il sottosegretario - è quella di nuovi ammortizzatori sociali, validi per la Fiat, ma anche per le altre grandi aziende. Sarà possibile crearli nell’ambito del decreto proroghe e deroghe approvato recentemente. Credo poi che sia realisticamente possibile ricollocare almeno il 50% dei mille lavoratori».
Dalla Fiat nessun commento ufficiale allo scopo di non alterare il clima alla vigilia del nuovo round di trattative. Ma il gruppo torinese è chiaramente interessato a ottenere un provvedimento immediato di mobilità lunga per accompagnare verso la pensione gli esuberi (in maggioranza sono lavoratori tra i 46 e i 50 anni; ndr) e per assumere giovani figure professionali soprattutto nei settori tecnici e ingegneristici. Su questo argomento il Lingotto si trova insolitamente dalla stessa parte della barricata dei sindacati. Da ambienti vicini alla Fiom-Cgil si apprende che la proposta non è condivisibile in quanto è «una riproposizione di un’offerta contraria alle richieste». I metalmeccanici sono contrari alla precarietà della cassa integrazione e vorrebbero maggiori tutele per i lavoratori in esubero attraverso la mobilità lunga.
Far quadrare il cerchio, quindi, non sarà affatto semplice. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, insieme ai sottosegretari Sacconi e Rosso sono determinati a non cedere alle pressioni e a non riproporre le vecchie politiche di sostegno pubblico alle imprese private in difficoltà. Per la nuova Fiat dell’amministratore delegato Sergio Marchionne (definito ieri dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung «l’uomo della svolta») si tratta invece dell’ultimo passo necessario per ultimare una delicata e difficile ristrutturazione.

Un’opera testimoniata dalla buona performance borsistica (+25% per Fiat nel 2005 a Piazza Affari) e dal supporto del sistema bancario, entrato di recente nel capitale dopo la conversione del prestito da 3 miliardi di euro.

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