Gerusalemme - Il presidente israeliano Shimon Peres ha rotto gli indugi incaricando il leader della destra, Benjamin Netanyahu, di formare il nuovo governo, espressione delle elezioni dello scorso 10 febbraio. A questo punto il leader del Likud dovrà trovare il sostegno di altri partiti perché, da solo, non ha la maggioranza necessaria. Le uniche alleanze possibili sono quelle con l'estrema destra e coi centristi di Kadima guidati dal ministro degli Esteri Tzipi Livni. Ma quest'ultima ha già messo le mani avanti dicendo di volerne stare fuori. Il nuovo governo, quindi, si baserà sull’alleanza tra il Likud, l’estrema destra (laica o religiosa) e i partiti ultra-ortodossi: una coalizione in grado di assicurare a Netanyahu una maggioranza alla Knesset di sessantacinque deputati su centoventi.
La Livni continua a dire no Tzipi Livni ha pubblicamente escluso la participazione del suo partito a un governo guidato dal leader della destra Netanyahu. Il ministro degli Esteri ha fatto questo annuncio al termine di un colloquio con il presidente Shimon Peres.
Alleanza tra Likud e la destra estrema "Si è creata una coalizione basata sulla assenza di una visione politica" ha detto la Livni, alludendo alla collaborazione che si sta delineando fra il Likud e altre liste di destra alla Knesset. "Un governo allargato - ha aggiunto, riferendosi al contenuto del colloquio con Peres - non ha un valore, se è privo di una strada. Non potrò accreditare con la mia presenza l’assenza di una strada".
Kadima verso l'opposizione Il suo obiettivo, ha insistito la Livni, è quello di favorire il processo di pace con i palestinesi e la realizzazione della Road Map del Quartetto. Dalle sue dichiarazioni i cronisti sul posto hanno concluso che la Livni è determinata a condurre il suo partito Kadima alla opposizione.
Netanyahu: appello a Kadima e laburisti Un appello a Kadima e laburisti perché entrino in un governo di unità nazionale e il monito che l’Iran rappresenta la principale minaccia per Israele: sono stati questi i due passaggi centrali del breve discorso con cui Bibi Netanyahu ha accettato l’incarico di formare un nuovo governo. "Faccio appello ai presidenti di Kadima, Tzipi Livni, e dei laburisti, Ehud Barak, e dico loro: uniamoci per garantire il futuro di Israele", ha affermato il leader del Likud, "voglio incontrarmi prima con voi per discutere un ampio governo di unità nazionale per il bene del popolo e dello Stato".
Il pericolo arriva da Teheran Poi l’avvertimento sul pericolo che arriva da Teheran: "L’Iran sta cercendo di dotarsi di un’arma nucleare e rappresenta la più grave minaccia alla nostra esistenza dalla guerra d’indipendenza". "Le forze terroristiche dell’Iran ci minacciano da nord e da sud", ha osservato con allusione a Hezbollah in Libano e Hamas nella Striscia di Gaza.
"Per decenni Israele non aveva mai dovuto confrontarsi con simili sfide", ha aggiunto, "la responsabilità che abbiamo davanti è di ottenere la sicurezza per il nostro Paese, la pace con i nostri vicini e l’unità tra noi". Nessun accenno, da parte di Netanyahu, al processo di pace con i palestinesi, a conferma che non lo considera una priorità per il suo esecutivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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