Il governo ombra mette radici: da Milano rilancia il federalismo

Il centrosinistra apre una sede dello «shadow cabinet» in città

Prima seduta ieri a Milano dello shadow cabinet. Sembra impossibile, eppure l’hanno proprio chiamato così il «governo ombra» messo in piedi dal centrosinistra evidentemente ancora frastornato dalla tranvata elettorale. A presiederlo un Walter Veltroni a caccia di un predellino dal quale distribuire qualche ricetta rimasta nel cassetto dopo il naufragio alle urne. La prima notizia sembra essere che le «ombre rosse» a Milano si sono trovate bene e che qui vorrebbero mettere radici, tanto da annunciare «una sede permanente a Milano per dialogare con questa parte del Paese». Un segnale un po’ tardivo dopo che, nonostante il preciso segnale degli elettori, nella compagine del governo alternativo il solo lombardo (si fa per dire) è Matteo Colaninno. Un imprenditore prestato alla politica solo all’ultimo momento, non proprio un rappresentante della base militante e dei quadri dirigenti. Che, infatti, a Milano e in Lombardia già da un po’ mugugnano.
«Sarebbe utile - le parole del presidente della Provincia Filippo Penati al termine dell’incontro a Palazzo Isimbardi - che il governo Berlusconi riprendesse il Tavolo Milano che nella passata legislatura ha dato grandi risultati. È un metodo di lavoro che può essere utile anche in vista dell’Expo 2015». Veltroni approva e rilancia affrontando l’emergenza casa. «Una questione - assicura - da affrontare non solo con il provvedimento sull’Ici, ma anche attraverso interventi sugli affitti e sulla dismissione del patrimonio comunale, provinciale, regionale e la possibilità che questo venga acquisito dagli inquilini su base volontaria e che le risorse così reperite vengano reinvestite per una nuova edilizia pubblica». Di federalismo, invece, si è parlato nell’incontro con il governatore Roberto Formigoni che ha ospitato al Pirellone la riunione dei «ministri» del centrosinistra. «Ciò che unisce i diversi punti di vista - il commento di Veltroni - è l’idea di un federalismo differenziato, ma solidale». Soddisfatto Formigoni. «È mio interesse - aggiunge - che sul federalismo si riapra un dialogo con il governo. Ed è per me importante illustrare i nostri provvedimenti alle altre forze politiche affinché in parlamento siano il più possibile concordi». E, a proposito di Malpensa, i due concordano sul fatto che «mentre si attende la decisione sul destino di Alitalia, la questione dell’hub venga considerata separatamente». Con la ricerca, quindi, di contatti con altre compagnie. Positivo anche l’incontro con Umberto Bossi. «Penso che probabilmente il prossimo Consiglio dei ministri si farà a Malpensa, perché è l’ambiente ideale». Per parlare di Alitalia, naturalmente.

Parla, invece, di impresa più semplice il ministro ombra dell’Economia Pierluigi Bersani che presenta la sua proposta di legge. Per iniziare un’attività non occorreranno più 68 autorizzazioni presso 19 uffici pubblici diversi, ma un’unica dichiarazione con autocertificazione.

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