Roma - Riparte la «missione Ponte sullo Stretto». Altero Matteoli scrive a Pietro Ciucci (Anas e presidente della società Stretto di Messina) e lo invita «a porre in essere, nei tempi più brevi, tutte le condizioni per la ripresa delle attività inerenti alla costruzione del manufatto». Il ministro delle Infrastrutture ribadisce che «il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente è tra le infrastrutture che rivestono carattere prioritario. E la sua realizzazione - ricorda - ha già costituito oggetto di affidamento al contraente generale».
Pronta la risposta di Ciucci. «Abbiamo bisogno di qualche mese - spiega in interviste alle agenzie di stampa - per aggiornare i profili tecnici, convenzionali e finanziari del progetto. Una volta rinnovata la concessione, contiamo di aprire i cantieri a metà del 2010 e inaugurare il traffico sul Ponte all’inizio del 2016».
E pensare che nella scorsa sessione di bilancio, la Camera aveva votato per cancellare il Ponte sullo Stretto; e nel decreto che accompagnava la Finanziaria era stato approvato un emendamento che avrebbe dovuto cancellare la società Stretto di Messina. Ora, invece, a metà della legislatura dovrebbero partire i cantieri. E «senza nuove gare», precisa Ciucci. Il timing non è casuale.
Dalla «posa della prima pietra» nel 2010 al 2013, fine naturale della legislatura, è verosimile che i cantieri vadano avanti. Ne consegue che qualunque coalizione vinca le prossime elezioni politiche, difficilmente potrà bloccare a metà strada la costruzione del Ponte.
In termini economici, il progetto non si dovrebbe molto allontanare dai 6 miliardi previsti. Al valore della gara (vinta da Impregilo) di 3,9 miliardi vanno aggiunti il costo definitivo della progettazione (120 milioni) e il monitoraggio ambientale (29 milioni), più le risorse da reperire sul mercato. «Le prime risorse verranno stanziate già con la Finanziaria del 2009», annuncia Ciucci, che spiega come «il meccanismo finanziario dell’operazione sia fondato su un 40% di fondi propri e il restante 60% da recuperare sul mercato».
Certo - commenta il presidente dell’Anas e della società Stretto di Messina - «abbiamo perso due anni. Ma a voler essere ottimisti anche in questo caso, almeno il tempo sprecato ci ha consegnato un assetto più favorevole».
L’assetto a cui si riferisce riguarda la circostanza che l’80% della società Stretto di Messina dall’ottobre scorso (proprio mentre il Parlamento votava la sua cancellazione) è passato dalla Fintecna (dov’era confluita nel 2002) all’Anas. E proprio l’Anas è impegnata a completare il cosiddetto Corridoio 1 europeo che ha l’obbiettivo di collegare Berlino a Palermo.
E il Ponte è parte fondamentale del progetto; così come il raddoppio della Salerno-Reggio Calabria.La realizzazione del Ponte era uno dei punti sui quali si fondava il programma elettorale del Pdl. «Anche per questo, la lettera del ministro - confida Ciucci - non ci ha colto di sorpresa».
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