
E insomma, la sorpresa dopo un'oretta, poco prima di sventolare il tradizionale ventaglio che gli regala l'associazione stampa parlamentare. Che succede se arriva una legge sul fine vita? Tema scivoloso, pieno di implicazioni etiche e religiose. Invece «nessun problema», assicura Lorenzo Fontana, cattolico osservante. «Sapete come la penso e non ho cambiato idea, è una questione di cultura e formazione personale». Però, aggiunge, sono pure presidente della Camera. «Se ne sta parlando in Senato in modo concreto. Nel momento in cui si forma una maggioranza, anche diversa dall'attuale, che vuole presentare e approvare una norma di questo tipo, il testo verrà calendarizzato. Dato il mio ruolo sarò l'unico a non votare». Più lontano invece lo ius scholae, un altro argomento che potrebbe dividere il centrodestra. «Mi sembra che al momento non ci sia neanche una trattazione, vedo complicato il suo percorso».
Chiamarli smarcamenti sarebbe troppo, però ecco Fontana che prende indirettamente le distanze persino da Matteo Salvini. Il leader della Lega giorni fa è
stato premiato dall'associazione Italia-Israele, ora lo speaker di Montecitorio attacca Netanyahu. «I crimini del 7 ottobre sono orrendi, ma la reazione è spropositata e mi auguro che finisca il più presto possibile. Hamas, che deve restituire gli ostaggi, ha grosse responsabilità, però gli israeliani stanno subendo un contraccolpo dal punto di vista dell'opinione pubblica». Intanto Macron vuole riconoscere la Palestina e Fontana si chiede se una mossa del genere aiuti a risolvere o piuttosto «ad aggravare la situazione, inasprendo» la replica di Tel Aviv.
Ce n'è pure per Palazzo Chigi. Troppi decreti, troppi ricorsi poco giustificati all'urgenza: cento in 32 mesi, uno ogni dieci giorni. Il 73 per cento delle leggi arriva dal governo.«La questione non riguarda solo l'attuale legislatura. È una battaglia che conduco fin dall'inizio, seguendo le indicazioni del Quirinale sull'omogeneità dei dl. I risultati non sono eccezionali, tuttavia io continuo anche se non è facile far capire ai ministri che certe norme non sono compatibili e possono aspettare magari un paio di mesi». Come si risolve? Il presidente della Camera ritiene che «l'imminente riforma del
regolamento possa cambiare le procedure». In ogni caso Montecitorio funziona, «siamo il secondo Parlamento europeo come numero di sedute e abbiamo un avanzo di bilancio di 45 milioni».
E la legge elettorale? Fontana è contrario ai ritocchi. «Non so se è davvero una priorità, i gruppi che raggiungono una certa soglia devono essere rappresentati, poi lo sconsiglio per scaramanzia. Chi la cambia poi perde». Quanto alle Regionali, partita aperta. La domanda è: chi in Veneto al posto di Zaia? «Sono convinto che il centrodestra troverà la quadra». Meno ottimista sui tempi. «Non accadrà subito.
Cinque anni fa, quando era già chiaro che il candidato sarebbe stato Luca, gli accordi si strinsero solo all'ultimo. Andrà così pure stavolta, serviranno alcuni giorni». Si è fatto anche il suo nome «L'ho letto sui giornali, ma io non sono una persona a cui piace lasciare il lavoro a metà».