"Preferisco dimettermi che fare come Conte". Lo schiaffo della Meloni alla sinistra

Non va in Europa a prendere ordini: Giorgia Meloni in Senato è stata chiarissima davanti alle provocazioni dell'opposizione, tracciando il solco tra lei e chi l'ha preceduta a Chigi

"Preferisco dimettermi che fare come Conte". Lo schiaffo della Meloni alla sinistra

Giornata a Palazzo Madama per Giorgia Meloni, che quest'oggi è stata impegnata nelle comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo del 23 e del 24 marzo. Il presidente del Consiglio ha esposto con chiarezza tutti i temi che desidera portare a Bruxelles da sottoporre ai suoi omologhi, ponendo come tema principale quello dell'immigrazione, oltre che il sostegno all'Ucraina, che continuerà a essere garantito da parte del suo esecutivo. Concludendo le sue repliche alla discussione che si è svolta in Senato, il premier ha ribadito che lei va in Europa come capo di governo di uno Stato sovrano, che non chinerà mai la testa davanti alle richieste di altri Paesi.

"C'è una politica che ha due facce: una faccia la usa quando bisogna trovare soluzioni, trattando nei consessi internazionale, e un'altra faccia quando si fa propaganda", ha detto Meloni, specificando le sue differenze rispetto agli altri: "Tutti facciamo propaganda, ma io metto la faccia sulle scelte che faccio". Ancora una volta, il premier ha affrontato di petto la situazione e ha risposto senza troppi giri di parole ai senatori, prendendo ulteriormente le distanze da chi l'ha preceduta su quello scranno e a Palazzo Chigi, in risposta a una provocazione partita dai banchi del Senato.

"Qualcuno ha detto che io andrò in Europa a prendere ordini. Ebbene, questo qualcuno non mi vedrà mai farlo: preferisco piuttosto dimettermi, ma non andrò mai in Europa con i toni che Conte usava al cospetto di Angela Merkel, dicendo che quelli del M5s erano ragazzi ma alla fine avrebbero fatto quello che gli si diceva", ha detto il premier a testa alta, evidenziando tutto il rispetto istituzionale che merita il suo ruolo e quello che rappresenta. Concludendo l'intervento, Giorgia Meloni ha poi aggiunto: "Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere".

Questa forte presa di posizione da parte del presidente del Consiglio è stata preceduta dal concetto di Europa che il premier, fin da subito, ha esplicitato quando è stato incaricato di guidare l'esecutivo: "Le alleanze si possono costruire su ogni materia. Noi lavoriamo con tutti, difendiamo il nostro interesse nazionale. La politica estera non è una questione di tifoseria 'amico, nemico'". Parole che sottolineano la necessità dell'Italia di essere pienamente consapevole del suo ruolo nello scacchiere.

Diversi gli applausi per il premier, soprattutto dai banchi della maggioranza. Ma il suo discorso ha incontrato i favori anche di una parte dell'opposizione, in particolare dal Terzo Polo, soprattutto per quanto riguarda la fermezza sul posizionamento dell'Italia accanto all'Ucraina.

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