"Porcherie pilotate". L'affondo di Nordio contro le intercettazioni

Il ministro della Giustizia accusa chi si oppone alla separazione delle carriere: "Vogliono mantenere il potere e i benefit che ci sono"

"Porcherie pilotate". L'affondo di Nordio contro le intercettazioni

Non ha alcuna intenzione di fermarsi Carlo Nordio, che vuole procedere spedito come un treno per partorire una sana riforma della giustizia in senso liberale. Una materia tanto vasta quanto complicata, su cui il governo guidato da Giorgia Meloni inizierà ad agire già nei prossimi giorni. Sono molti i fronti caldi, dalla riforma delle intercettazioni alla separazione delle carriere. Intanto entro gennaio potrebbe andare a buon fine la riforma sull'abuso d'ufficio: "È un reato che va abolito".

La riforma delle intercettazioni

Il ministro della Giustizia - nell'intervista rilasciata a Libero - ha puntato l'attenzione sul suo cavallo di battaglia, ovvero la lotta all'uso selezionato e arbitrario delle intercettazioni: "Non danno nessuna garanzia di attendibilità perché non sono trascritte nella forma della perizia, sono estrapolate dal contesto, manca il tono, sono spesso pilotate e sono di solito selezionate da un maresciallo di polizia che sceglie ciò che vuole e poi trattate dal pubblico ministero che a sua volte prende quello che gli serve".

Non a caso l'aveva già indicato come uno degli obiettivi principali in occasione del suo discorso programmatico alla Camera e al Senato. E oggi, senza fare alcun passo indietro, ha di nuovo bollato tutto ciò come "una serie di porcherie che vengono indirizzate", a cui spesso si ricorre con la volontà di "distruggere più o meno politicamente" una determinata persona.

Pertanto Nordio ritiene che sia indispensabile promuovere una riforma radicale del sistema delle intercettazioni, senza ovviamente toccare quelle che riguardano la mafia e il terrorismo. "Salvo quelle, tutte le altre vanno radicalmente cambiate e ridimensionate, responsabilizzando quelli che sono i tutori, i garanti per la loro segretezza", ha dichiarato il Guardasigilli. Non solo: ha sostenuto che "immediatamente bisogna individuare il responsabile e deve essere punito" quando si crea il mostro mediatico, esposto al pubblico ludibrio, "con cose che magari non ha neanche mai detto".

La separazione delle carriere

Tra le questioni prioritarie figura anche la separazione delle carriere, che però va intesa come una riforma costituzionale e dunque richiede dei tempi maggiori rispetto agli altri interventi. Di recente c'è stato uno scontro a distanza con l'Anm: l'Associazione nazionale magistrati teme che ci siano le premesse per un controllo politico sull'azione penale. E nel fronte del "no" c'è chi è convinto che il pm passerebbe sotto l'esecutivo.

Nordio ha spazzato tutte le teorie dei detrattori avanzando un'accusa forte: "La ragione di fondo per la quale ci si oppone alla separazione, è che si vogliono mantenere il potere e i benefit che ci sono, interscambiando le carriere le une con le altre. Se il pm da domani può decidere di andare a fare il giudice, è un beneficio professionale che non tutti hanno e che dovrebbe essere compensato".

Il ritorno della prescrizione

Nei giorni scorsi la Camera ha dato l'ok all'ordine del giorno del Terzo Polo che impegna il governo a predisporre il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio, rimuovendo dunque le criticità

attuali derivanti dalla riforma Bonafede. Per Nordio è un punto fondamentale: "La prescrizione significa estinzione del reato e l'estinzione del reato è un istituto sostanziale e non di diritto processuale".

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