"Patria frutto di sacrifici che si compiono insieme". Il primo 2 giugno di Meloni come premier

Giorgia Meloni celebra la festa della Repubblica per la prima volta come premier e rivolge un pensiero alla guerra in Ucraina: "C'è un Paese che ha aggredito e uno aggredito"

"Patria frutto di sacrifici che si compiono insieme". Il primo 2 giugno di Meloni come premier
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Giorgia Meloni, alla sua prima festa della Repubblica in veste di presidente del Consiglio, ha presenziato a tutte le fasi della celebrazione insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "La comunità nazionale, la patria, alla fine è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme per chi l'ha fatta prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri", ha dichiarato il premier a margine delle celebrazioni ufficiali. Tantissime le persone accorse a Roma per ammirare la parata, che vede protagonisti oltre 5mila partecipanti tra i contingenti militari e civili, per festeggiare il giorno della Repubblica. "È una festa molto partecipata e questa è una buona notizia", ha detto il premier prima di raggiungere la tribuna.

Il premier ci tiene a spiegare che quelle del 2 giugno "non é una semplice celebrazione museale. È la dimensione del fatto che o noi capiamo che, se ci sia difficoltà o che le cose vadano bene, ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte. Non c'è nessuno che da solo può risolvere i problemi". Per il presidente del Consiglio è fondamentale "capire che siamo tutti legati è l'elemento culturale che serve per capire che dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione".

Da parte di Meloni, anche un pensiero all'Ucraina, la cui guerra imposta dalla Russia si estende come un'ombra per il secondo anno sulla parata del 2 giugno ai Fori imperiali di Roma. "Niente che si chiami pace può essere scambiata per invasione. Non si può non considerare che c'è un Paese aggredito e uno che ha aggredito e non si può non partire da questo presupposto", ha detto il presidente del Consiglio, sottolineando la necessità di raggiungere una pace giusta, che non vada a ridurre le libertà e i diritti del Paese aggredito.

Poi, il premier è tornata sulle polemiche degli ultimi giorni, incentrate sulla questione fiscale. "Quello che ho detto non riguarda una parte della imposizione fiscale, ho detto che quando lo Stato, invece di fare lotta all'evasione fiscale, fa caccia al gettito significa che si quota all'inizio dell'anno quanto si prevede di fare dalla lotta all'evasione fiscale", ha spiegato Meloni, che poi ha aggiunto: "Si devono fare quegli importi a tutti i costi perchè altrimenti non si hanno i soldi per coprire i provvedimenti. E si fanno cose bizzarre che sono più simili alla caccia al gettito che alla lotta all'evasione fiscale. Questo secondo me non è giusto".

Ai giornalisti, che l'hanno incalzata su quanto detto a Catania in merito al "pizzo di Stato" rifererito a certa tassazione, il premier ha risposto: "Questo lo giudicheranno gli italiani tra quello che le persone hanno sentito in piazza e quello che, come al solito, certa stampa ha riportato, c'è una differenza. Le persone normali vanno a guardare ciò che hai detto e non le ricostruzioni che fa una certa stampa".

Anche Silvio Berlusconi, che come premier

ha vissuto numerose occasioni di celebrazioni del 2 giugno, dai suoi social ha dichiarato: "È la festa di tutti gli italiani che hanno scelto la democrazia. Viva la Repubblica, via la libertà, viva l'Italia".

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