Ponte, appalto bloccato. "Servono chiarimenti"

Corte dei conti: "Documenti carenti, occorrono più informazioni". Il ministero: "Normale interlocuzione"

Ponte, appalto bloccato. "Servono chiarimenti"
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«I documenti sono carenti, servono maggiori informazioni». La Corte dei Conti chiede «chiarimenti» sulla delibera del Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che approva la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo fa con un documento inviato nel pomeriggio alla Presidenza del Consiglio che manifesta perplessità, tra le altre cose, sulla modalità di trasmissione degli atti parte dei quali sarebbero stati comunicati tramite link al sito della società Stretto di Messina e un disallineamento tra il costo certificato da Kpmg (10,48 miliardi) e quello approvato nel quadro economico (10,50 miliardi). Vengono inoltre chiesti chiarimenti sulla società incaricata delle stime di traffico e sulla validità della delibera adottata dal Consiglio dei ministri per superare vincoli procedurali, un aspetto su cui anche la Commissione europea ha chiesto un ulteriore approfondimento.

La richiesta riaccende i riflettori sulle difficoltà storiche che il Paese incontra nel portare a termine le Grandi Opere. L'iter del Ponte sullo Stretto è emblematico: decenni di annunci, frenate, contenziosi e ripartenze che riflettono la difficoltà di passare indenni attraverso i nodi della burocrazia.

La richiesta della Corte, naturalmente, viene subito cavalcata dalle opposizioni per attaccare il governo. Il Movimento Cinque Stelle parla apertamente di una «bocciatura» dell'opera e di un nuovo «pasticcio firmato Salvini». Angelo Bonelli (Alleanza Verdi-Sinistra) chiede a Giorgia Meloni di rimuovere il ministro delle Infrastrutture, mentre il Partito Democratico interpreta i rilievi della Corte come una messa in discussione dell'intero impianto progettuale. Una lettura che contrasta con il tono tecnico e interlocutorio del documento della magistratura contabile. La replica del governo non si fa attendere. In una nota, il Ministero delle Infrastrutture precisa che «non c'è alcun motivo di preoccupazione»: la richiesta della Corte dei Conti rientra nella normale interlocuzione tra istituzioni, soprattutto in presenza di un'infrastruttura così rilevante. Gli uffici, spiegano, forniranno tutti gli elementi richiesti entro 20 giorni, come previsto dalla procedura. L'opera insomma «non è in discussione», ribadisce il Mit, che sottolinea come sia del tutto fisiologico in questa fase un supplemento di verifica e una richiesta di integrazioni. Sulla stessa linea Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, che evidenzia come «l'Ufficio di Controllo della Corte non abbia espresso alcuna bocciatura o giudizio di inadeguatezza né richieste di integrazione del progetto definitivo». La società, in coordinamento con le istituzioni, è pronta a fornire ogni elemento necessario per consentire alla Corte di completare l'istruttoria «nella consapevolezza di aver operato nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea». Il messaggio che filtra è chiaro.

Al netto delle schermaglie e dei rilievi il governo questa volta è deciso ad andare fino in fondo e a trovare la quadra per conciliare visione infrastrutturale e rispetto delle regole, mettendo però al centro anche il rispetto del mandato avuto dagli elettori.

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