Tajani: "Il Ponte sullo Stretto? Dedicato a Berlusconi"

Il vicepremier ha parlato ampiamente dei maggiori temi della politica internazionale, dai conflitti all'economia europea

Tajani: "Il Ponte sullo Stretto? Dedicato a Berlusconi"

Antonio Tajani è stato ospite del Caffè della Versiliana, intervistato da Antonio Preziosi, direttore del Tg2. Numerosi i temi che sono stati trattati durante la lunga intervista, tra guerre, Ponte sullo Stretto e dazi. È stato approfondito anche il discorso sul riconoscimento dello Stato della Palestina e sulle modalità con le quali potrebbe in futuro avvenire.

Ponte sullo Stretto

Nella giornata in cui è stato approvato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, il vicepremier ha sottolineato che "è un progetto straordinario che ha cominciato a prendere corpo durante il governo Berlusconi. Sognava questa grande infrastruttura per collegare la Sicilia con la terraferma. Farà crescere l’economia dell’intero Paese perché significa far passare l’alta velocità e attorno ci saranno tante opere per le aree vicine ai due pilastri, quello a Villa San Giovanni e a Messina". Sarà un’opera d’arte, ha proseguito Tajani, sarà "il più lungo del mondo con questa tecnologia. È un grande successo, una data storica per il nostro Paese. I lavori partiranno il prima possibile e questo non significa danneggiare l’ambiente ma favorire il progresso. In questi ultimi 2/3 in sud è cresciuto molto ma se vogliamo rendere competitivi i territori dobbiamo dotarli di infrastrutture. Tutto ciò che si fa per far crescere il sud fa crescere il centro e il nord. È un grande sogno di Berlusconi e noi di Forza Italia lo abbiamo dedicato a lui".

Guerra in Ucraina

Sulla guerra in Ucraina, che ha innescato tensioni fra Usa e Russia, secondo il ministro degli Esteri "Non credo ci siano le condizioni per tornare agli anni della Guerra fredda, anche se le tensioni tra Usa e Russia sono in crescita: mi auguro che alla fine possa prevalere il buon senso perché a nessuno conviene uno scontro di questo tipo, soprattutto a nessuno conviene riaprire il discorso delle armi nucleari. Siamo nella fase dei messaggi politici tra Washington e Mosca, bisogna impedire che le cose degenerino. Credo che la soluzione sia quella di impedire all'Iran di continuare a lavorare sul nucleare da guerra, anche se potrebbe continuare a lavorare su quello civile".

Tutto questo, auspicando "che non si ripeta mai più quello che è successo durante la Seconda guerra mondiale. Purtroppo ci sono ancora troppi morti a Gaza e in Ucraina, ma anche in Sudan. Bisogna lavorare sempre per costruire la pace. Non è facile perché non tutti ne sono portatori. Bisogna costruirla giorno per giorno con l'azione diplomatica e un lavoro costante e continuo. L'Italia è sempre dalla parte del buon senso e del diritto internazionale. Purtroppo non ci sono bacchette magiche che possano risolvere i problemi dall'oggi al domani, bisogna lavorare molto più in profondità".

Per arrivare alla pace in Russia, secondo Tajani, "dobbiamo incidere sui flussi finanziari, cioè impedire che Putin abbia i mezzi finanziari per pagare quegli 1,5 milioni di soldati che stanno combattendo al fronte contro l'Ucraina. Questo è lo strumento, e anche gli Usa parlano di sanzioni secondarie per mettere la Russia in difficoltà. Certo è una partita a scacchi, non va mai sottovalutato Putin. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia, abbiamo soltanto difeso il diritto dell'Ucraina a esistere. Siamo pronti ad aiutare l'Ucraina, anche inviando altre armi, ma le armi italiane non possono essere utilizzate in territorio ucraino".

Conflitto in Medioriente

Per il conflitto in Medioriente, invece, ha sottolineato che, come Italia, "no siamo assolutamente contrari all'invasione del territorio di Gaza. Siamo fermamente contrari anche a qualsiasi tipo di insediamento israeliano in Cisgiordania. Questo minierebbe la strategia dei due popoli due stati, che è l'unica strategia che può portare la pace in Medioriente. Siamo favorevoli a nuove sanzioni nei confronti dei coloni violenti in Cisgiordania e pronti a sostenerle anche livelli europeo, e incrementare il numero di coloro che sono destinatari di queste sanzioni".

La nostra linea, ha aggiunto, "è chiara: fine guerra, cessate fuoco. E Hamas deve liberare gli ostaggi, perché continua ad alzare il prezzo, usando come scudo la popolazione palestinese. Hamas è una delle cause del disastro a cui stiamo assistendo". La liberazione degli ostaggi israeliani da parte di Hamas è "conditio sine qua non" per il raggiungimento della pace, ha sottolineato Tajani. Un gruppo di Pro Pal all'estero del Caffè della Versiliana si è registrata una manifestazione con circa 150 partecipanti pro Gaza oggi all'arrivo del ministro degli Esteri, Antonio Tajani atteso per un incontro al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta, in Versilia, provincia di Lucca. I manifestanti con striscioni, tamburi, striscioni e bandiere della Palestina hanno bloccato il viale a mare che collega Marina di Pietrasanta con Forte dei Marmi all'altezza della Versiliana.

"Oggi lo Stato non esiste: c’è la Cisgiordania, governata dall’autorità palestinese che noi riconosciamo, dall’altra parte c’è Gaza sotto controllo di Hamas, che è un’organizzazione terroristica, con la quale non vogliamo avere nulla a che fare. Prima bisogna riunificare queste due parti e ne abbiamo parlato a lungo con i Paesi Arabi per costruire lo Stato Palestinese portando una presenza italiana operativa, perché gli italiani sono ben visti in Palestina e in Israele", ha detto ancora il ministro, che ha poi sottolineato l'impegno italiano: "L’Italia è il Paese al mondo che sta ospitando il maggior numero di rifugiati insieme a Qatar e Egitto dalla Striscia di Gaza. Altri 50 arriveranno in Italia: 20 bambini e 30 familiari. Solo chi non si occupa di queste vicende pensa sia uno scherzo far uscire una persona Striscia di Gaza".

Dazi

Il tema dei dazi è centrale nella politica europea e il ministro non ha nascosto che è un nodo fondamentale. "La guerra dei dazi fa tremare le vene dei polsi di tutti ma bisogna non essere troppo pessimisti. Non fanno bene a nessuno, sono negativi, ma la trattativa non è alla fine, è all’inizio: quell’accordo del 15% è un accordo quadro e poi bisognerà vedere prodotto per prodotto. Dico anche che questo è il miglior risultato che si poteva raggiungere, anche se non positivo".

Noi, ha aggiunto Tajani, "nel mondo siamo i primi dopo la Cina come varietà merceologica, nessuno al mondo ne esporta di più quindi abbiamo la possibilità di infilarci nel mercato americano con possibilità di occupare spazi che vengono lasciati liberi da altri. Il prodotto italiano che viene esportato, 9 su 10 è di alta qualità: un prodotto da 100 dollari, un vino toscano se quella bottiglia poi costa 105 o 110, chi è disposto a spendere 100 ne spende 105".

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