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"Sanare l'ingiustizia sulle pensioni. Gli errori dei 5S pagati dai cittadini"

Il sottosegretario Matilde Siracusano: "Sul Pnrr occorre una presa d'atto di questo nuovo scenario internazionale. Gioia per il Ponte sullo Stretto"

"Sanare l'ingiustizia sulle pensioni. Gli errori dei 5S pagati dai cittadini"

Il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano, esponente di Forza Italia, a tutto campo sulla manovra.

Sulla manovra Forza Italia spinge rispetto a pensioni e superbonus.

«È una manovra coraggiosa, che affronta le emergenze e dà al Paese una prospettiva. FI ha una cultura di governo, porta in Parlamento, grazie ai nostri gruppi guidati da Ronzulli e Cattaneo, le istanze di tante categorie, e ha valide proposte per migliorare la legge di bilancio. Sulle pensioni va sanata un'ingiustizia. C'è chi ha lavorato 40 anni e riceve un assegno poco più alto di 500 euro: le minime vanno alzate. Il superbonus è stata una misura importante per rilanciare l'edilizia, ma è stata concepita male dai 5Stelle, creando un buco nel bilancio dello Stato: questo errore non può essere pagato da cittadini e imprese. Occorrono modifiche»

Il governo Meloni sta in ogni caso affrontando con coraggio una situazione complessa, non trova?

«Il governo Meloni ha giurato poco più di un mese fa, e in poche settimane è riuscito a mettere in piedi una legge di bilancio d'emergenza che purtroppo ha vincolato gran parte delle risorse a disposizione. Almeno 21 miliardi su 35 serviranno per contrastare il caro bollette. La situazione è complessa, ma l'esecutivo è determinato ad utilizzare tutti gli strumenti possibili per superare questa fase».

Sarà centrale anche l'azione per il Sud.

«Ci sono misure che aiuteranno in modo più marcato il Mezzogiorno. Interventi di riduzione del cuneo fiscale e dell'Iva, di aumento dell'assegno unico per le famiglie, agevolazioni per assumere a tempo indeterminato donne, under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza. E poi c'è una rinnovata attenzione per le grandi opere. Da messinese non posso che gioire per l'intenzione del governo - su input di FI, del presidente Berlusconi e del ministro Salvini - di riavviare il progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, e in manovra c'è la riattivazione della società Stretto di Messina».

Secondo lei c'è o non c'è una discontinuità con Draghi?

«La parte della finanziaria relativa al caro bollette e all'aumento del costo delle materie prime è, gioco forza, in continuità con Draghi. Poi ci sono tante misure di centrodestra, che abbiamo avviato e che andremo a rafforzare nei prossimi 5 anni: la flat tax per le partite Iva fino a 85mila euro e quella per i redditi incrementali fino a 40mila euro, il tetto all'uso del contante innalzato a 5mila euro, il fondo di garanzia per le pmi, la revisione del reddito di cittadinanza».

La sensazione è che il governo precedente, rispetto al Pnrr, abbia fatto la parte teorica. Ora c'è quella pratica, e non è semplice perché il tempo è poco.

«Adesso arriva il momento di mettere a terra le risorse, e con il caro energia e l'aumento del costo delle materie prime questa diventa un'impresa ardua. I cantieri sono fermi e occorre una presa d'atto del nuovo scenario internazionale. Una revisione del Pnrr non può essere un'eresia.

Senza una presa d'atto di questo tipo da parte della Ue non solo l'Italia ma l'Europa intera rischia di sprecare questa occasione».

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