
«La sinistra non arriva al governo tramite elezioni, di solito ci arriva o con un golpe giudiziario o finanziario. Questa è la storia recente di questo Paese. Il mio primo obiettivo è stato evitare che questo possa accadere: mettere in sicurezza il governo». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto), non ha usato mezzi termini nel suo intervento al convegno della Lega a Livorno in vista delle elezioni regionali di domenica in Toscana. «Abbiamo un debito significativo e ogni volta devo andare in giro a chiedere soldi», ha aggiunto. «Fino a tre anni fa c'era il quantitative easing, la Bce era costretta a comprare il debito che lo Stato italiano emetteva e che i mercati non compravano, da tre anni, da quando siamo al governo noi, la Bce ha smesso di farlo però abbiamo 5-6 volte la richiesta per sottoscrivere Btp rispetto all'offerta», ha spiegato il ministro, sottolineando che «questa è la cosa importante di contesto da tenersi a mente perché uno Stato indebitato non è uno Stato libero e per liberarsi dobbiamo essere in grado di sostenerlo». Da Livorno Giorgetti ha parlato anche di manovra, in vista del cdm di lunedì e del vertice di maggioranza che si terrà oggi. «Gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio ci sono e ci sono anche gli spazi per la pace fiscale. Il costo sarà spalmato nel corso del tempo. Se diamo fiato a chi è sommerso dalle cartelle, forse non uccidiamo l'impresa e questa può continuare a contribuire», ha spiegato.
Prima di salire sul palco di Livorno il capo del Mef era intervenuto anche all'assemblea della Confindustria di Pisa. Concentrandosi sul contesto internazionale: «I dazi? Bisogna leggere con attenzione le decisioni degli Usa. Io non penso Trump sia pazzo ma che abbia una precisa strategia di sovranità commerciale e politica». Per questo «la posizione che ho sostenuto con gli Stati Uniti era di invitarli a ridiscutere le regole base dell'organizzazione mondiale del commercio. Sicuramente faremo fatica ma confido che la nostra capacità di riadattarsi permette alle nostre imprese di superare questa fase. Viviamo - ha sottolineato - in un mondo globale dove tutti se ne infischiano. Prendiamo ad esempio il tema della regolamentazione nelle banche. In Europa abbiamo un sistema iper regolato quindi i banchieri fanno fatica a erogare credito proprio a causa di regole stringenti. Questo è il magnifico mondo perfetto della regolamentazione europea. Negli Usa invece nascono le monete private». E a proposito di banche, ha ribadito che quelle italiane «devono tornare a fare le banche». Ovvero prendere i risparmi, i depositi e prestarli all'economia reale. «Il problema è che oggi tante fanno mega profitti non facendo questo tipo di attività ma gestendo la ricchezza». Tra l'altro, «molti prestiti vengono erogati solo se c'è la garanzia dello Stato.
Quando c'è da prendere gli interessi attivi, se li prendono loro, quando c'è la perdita se la deve prendere lo Stato. Non vogliamo perseguitare nessuno ma chiedere a tutti di fare quello che si possono permettere di fare», ha aggiunto.