La vendita della cannabis light potrebbe tornare legale dopo la stretta introdotta dal decreto sicurezza. Anzi no.
Sostegno alla filiera della cannabis light (con principio attivo non superiore allo 0,5 per cento) anche per "la produzione di infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi, destinati a essere commercializzati per uso da fumo o da inalazione", abrogazione del divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto; poi accise come per i tabacchi e competenza affidata ai Monopoli. Con un emendamento alla manovra, Fratelli d'Italia voleva provare a riscrivere la normativa sulla cannabis light, allentando di fatto la stretta da poco introdotta con il decreto sicurezza.
L'emendamento puntava ad incidere anche sui prodotti liquidi derivati dalle infiorescenze della Cannabis sativa L., contenenti tetraidrocannabinolo (THC) in misura non superiore allo 0,5 per cento, destinati ad essere consumati come prodotti da inalazione senza combustione: si prevedeva un imposta di consumo in misura pari al 40 per cento del prezzo di vendita al pubblico. La commercializzazione dei prodotti di cui al comma 1 è assoggettata alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli nei confronti di soggetti che siano in possesso dei medesimi requisiti stabiliti, per la gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati.
"L'obiettivo dell'emendamento di Fratelli d'Italia alla legge di Bilancio è contrastare la diffusione e la vendita di prodotti a base di cannabis light, introducendo una super tassazione al 40%. La proposta emendativa non nasconde alcuna volontà occulta di legalizzazione di questi prodotti, come sostenuto da alcuni, ma l'esatto contrario. Sono in corso interlocuzioni con i Ministeri competenti per stabilire quale sia la strada migliore per contrastare questo business.
La lotta alla droga e a ogni dipendenza è uno dei capisaldi di Fratelli d'Italia, e la nostra storia e il nostro lavoro lo testimoniano in modo inequivocabile", facava sapere l'ufficio stampa di Fratelli d'Italia al Senato. Ma poi è arrivato il dietrofront: secondo fonti parlamentari, l'emendamento sarà ritirato.