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Graffiti, il Comune chiede i danni a Bros l’ex «novello Giotto»

Vittorio Sgarbi lo ha definito un «novello Giotto». Tre anni fa, quando era ancora assessore alla Cultura della giunta Moratti, lo ha sdoganato e le sue opere sono finite in bella mostra prima al Pac e ora a Palazzo Reale. Ma il Comune aveva un «conto» in sospeso con Bros, nome d’arte di Daniele Nicolosi. E il 7 aprile quando si aprirà in tribunale l’udienza contro il graffitaro che ha messo la firma - anzi, il tag - sui muri di mezza città chiederà il risarcimento dei danni, patrimoniali e d’immagine. Lo ha stabilito ieri la giunta, ribadendo che la volontà dell’amministrazione è quella di «contrastare il fenomeno dell’imbrattamento di edifici, a tutela del decoro urbano» e ha ricordato come da anni è impegnata a «ripulire la città, con notevoli investimenti allo scopo, usati direttamente o attraverso Amsa». Dunque: nessuna eccezione. Neanche se nel frattempo Bros, trentenne e diplomato all’Accademia di Brera, si è fatto un nome nel mondo della street art. Ma nessuno «può pensare di alzarsi in piena notte e fare delle arlecchinate sui muri con le bombolette spray» ha assicurato il vicesindaco Riccardo De Corato.
Quella in questione risale al 29 novembre del 2007, e creò il partito in difesa e contro Bros (e i writer in generale). Insieme ad un «collega», Nicolosi imbrattò la facciata di uno stabile privato in affitto al giornale Secondamano in via De Angeli 4, un murales di dieci metri. Ma non è l’unico episodio che verrà contestato davanti al giudice, sarà nel mirino anche per «vari immobili ubicati all’interno del centro storico, fra i quali la tettoia della fermata della metropolitana in piazzale Lodi e il muro perimetrale del carcere di San Vittore». Le indagini, ha ricordato De Corato, sono state compiute «dal Nucleo tutela del decoro urbano della polizia municipale» e hanno condotto «all’attribuzione alla mano di Bros di numerosi graffiti in città». Per l’enorme graffito di via De Angeli l’artista incassò i complimenti di Sgarbi e una promessa: «Se finisse in tribunale, farò l’avvocato della difesa. Vanno puniti quelli che fanno schifezze e premiati gli altri, lui è un novello Giotto». Ora bisognerà vedere se manterrà la parola data.
Già l’ordinanza anti-writer firmata due anni fa dal sindaco Letizia Moratti, che ha fissato multe fino a 500 euro per chi viene colto in flagrante a sporcare i muri, è costata cara l’anno scorso a Bros.

Ha pagato subito per uno simile alto cinque metri disegnato sulle impalcature di uno stabile in piazza Argentina, quindi ha avuto almeno 50 euro di sconto sulla mega-sanzione. Ora, rischia da 500 a 2.500 euro per ogni scritta che gli verrà contestata davanti al giudice.

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