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Gramazio: «Che caos sul ticket»

Tre giorni di rodaggio non sono bastati: sulle norme per il pagamento del ticket di 25 euro per i «codici bianchi» al pronto soccorso c’è ancora «una forte e preoccupante confusione». Lo sostiene una delegazione di An, guidata dal senatore Domenico Gramazio, che ieri ha visitato i Dea degli ospedali Umberto I, San Giacomo, San Giovanni e Sant’Eugenio.
Gramazio, capogruppo di An in commissione Sanità e segretario della Commissione d’inchiesta sull’efficacia del Servizio sanitario nazionale, si è intrattenuto nei reparti di emergenza insieme al consigliere regionale Tommaso Luzzi, ascoltando le osservazioni sul nuovo provvedimento sia dei cittadini in attesa di visita che di medici e infermieri al lavoro nei Pronto soccorso. Secondo i due politici il primo dato a emergere è l’«incapacità della Regione e del suo assessore alla Sanità a coordinare il recupero del ticket»: «Siamo certi - osservano - che non riusciranno a coprire la spesa del recupero delle somme dovute». Il risultato è una situazione caotica che vede «gli operatori sanitari lasciati soli ad arginare la protesta dei cittadini», non solo «dimostrando ancora una volta la latitanza della sanità regionale», ma anche, insistono Gramazio e Luzzi, alimentando «una contrapposizione tra gli utenti del servizio sanitario e gli operatori che gestiscono le strutture dell’emergenza ospedaliera».
Chiamato in causa anche da alcune organizzazioni sindacali, l’assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, minimizza i problemi e getta acqua sul fuoco. Per l’esponente della giunta Marrazzo non c’è stato «nessun ritardo organizzativo nell’approntare le modalità di pagamento del ticket e soprattutto nessun cittadino rimasto nel frattempo senza cure». Battaglia ricorda di aver inviato alle Asl il 29 dicembre «una circolare che disponeva l’informazione all’utenza e la riscossione del ticket. Il 2 gennaio, inoltre, è stata fatta una ricognizione per verificare quanto già predisposto dalle aziende», comunque «lasciate libere di organizzarsi secondo le modalità più rispondenti alla loro strutturazione». Qualche problema logistico, però, evidentemente c’è stato, se lo stesso assessore alla Sanità, replicando a quelli che definisce «allarmi ingiustificati» di «alcune sigle sindacali» osserva: «Sono passate appena 72 ore dall’entrata in vigore dei ticket, e in questo lasso di tempo nessun cittadino è stato tenuto fuori dalle strutture di Pronto soccorso perché sprovvisto del talloncino di pagamento. E questa è la cosa importante». Insomma, alla fine arriva l’ammissione che servono un po’ di giorni di assestamento, ma sono «fisiologici», taglia corto l’assessore: «A ogni modo - conclude - tutti gli accessi ai pronto soccorso sono registrati e sarà responsabilità della Regione sollecitare quei cittadini che non risultino aver versato il ticket».
Intanto, qualcuno azzarda una prima stima dei «codici bianchi» che nel corso dell’anno metteranno mano al portafogli per farsi visitare. Lo fa il direttore sanitario del San Camillo, Diamante Pacchiarini. E la percentuale della sua previsione è risibile: l’1,6 per cento. «Saranno circa 3.600 le persone che nel corso del 2007 pagheranno il ticket nei tre Pronto soccorso dell’ospedale, ossia 10 persone scarse al giorno», spiega Pacchiarini: «Su un totale di circa 220 mila prestazioni offerte l’anno dal Dea - aggiunge - i codici bianchi dovrebbero essere circa 6.500, ma la metà di questi rientra nelle categorie esentate».

Insomma, secondo il direttore il provvedimento è figlio di buoni propositi, ma rischia di non essere efficace, per un semplice motivo che pare essere sfuggito all’attenzione di chi ha inserito la norma in Finanziaria: «La maggior parte di chi arriva al pronto soccorso - spiega Pacchiarini - è esentato o ha un codice verde, quindi non paga. E non viene risolto il problema dell’abuso dei Dea».

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