La Gran Bretagna dà un giro di vite

da Milano

Con una mossa a sorpresa, la

Banca d’Inghilterra ha alzato ieri i tassi d’interesse di un quarto di punto, portandoli al 5,25%. La decisione è giunta inaspettata, tenuto conto che gli economisti davano per scontato un costo del denaro invariato al 5%. È il terzo giro di vite varato dall’istituto centrale da agosto scorso per arginare l’accelerazione dell’inflazione e della dinamica salariale. Con l’ultima manovra, i tassi di interesse inglesi hanno raggiunto lo stesso livello del costo del denaro degli Usa. I banchieri centrali inglesi hanno motivato la decisione spiegando che ritengono probabile un ulteriore aumento dei prezzi al consumo al di sopra della soglia di tolleranza nel breve termine e che la stretta si è resa necessaria per riportare nel medio periodo l’inflazione entro il tetto prefissato. Nel mese di novembre, i prezzi al consumo sono cresciuti nell’isola del 2,7%, restando al di sopra del target fissato dall’istituto per il settimo mese consecutivo. L’istituto centrale inglese ha inoltre rilevato che la crescita dell’economia del Paese prosegue a ritmo robusto.

Nel terzo trimestre l’espansione dell’economia è stata del 2,7%, la più forte negli ultimi due anni. Sulla scia dell’intervento di Londra, la sterlina è schizzata verso l’alto fino a toccare quota 1,95 dollari, mentre la Borsa ha chiuso con un guadagno dell’1,13% dopo aver però reagito male alla stretta.

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