Era l'8 giugno del 1956, si correva la ventesima tappa del Giro d'Italia, da Merano a Trento, 242 chilometri, 4 salite: Passo Costalunga, Passo Rolle, Passo Broccon e il Bondone. Le previsioni annunciavano tempo terribile. Già sul Costalunga prima bufera. Charly Gaul all'attacco, primo al gran premio della montagna. Nonostante le condizioni in continuo peggioramento Gaul fu primo anche sul Rolle e sul Broccon. Molti corridori si ritirarono stremati. Sul Bondone Gaul sferrò l'ultimo attacco. Nessuno riuscì a contenere i distacchi in termini accettabili. Il lussemburghese tagliò il traguardo stravolto. Avvolto nelle coperte venne portato in albergo per un provvidenziale bagno caldo. Il secondo classificato arrivò dopo 7 minuti e mezzo. Grazie a quella impresa l'Angelo della Montagna, così era chiamato Gaul, oltre alla tappa si aggiudicò il Giro. Un trionfo.
Nell'ottobre scorso Gaul ritornò sul Bondone invitato dai Bondoneri (operatori turistici e residenti della montagna) nella giornata in cui gli venne dedicata la mitica salita. Nella stessa giornata nacque l'idea di un grande raduno internazionale per cicloamatori in ricordo della grande impresa. Una repentina verifica fra i rappresentanti del Lussemburgo, Bepi Zoccante (responsabile trentino della Federazione ciclistica italiana) e gli operatri della montagna trovò tutti d'accordo. Primi entusiasti sostenitori della «Gran Fondo Charly Gaul» sono gli stessi campioni del pedale, di ieri e di oggi, di Trento e del Trentino: insieme a Gilberto Simoni hanno subito aderito con entusiasmo all'idea Franceso Moser, Maurizio Fondriest e Aldo Moser, fratello di Francesco, che da Gaul fu staccato in quell'epico 8 giugno 1956.
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