Il grande bluff sull’Ici: sconti solo ai bisognosi

Finanziaria, Padoa-Schioppa dice no al progetto centrista di aiuti alle famiglie

da Roma

Al momento, il ministero dell’Economia conta di introdurre le agevolazioni fiscali sull’Ici soltanto per le fasce «bisognose» della popolazione. Quelle che dichiarano redditi intorno ai 15-20 mila euro all’anno. Ed il meccanismo previsto è la detraibilità dell’imposta dall’imponibile Irpef: «Come funzionava per l’Ilor», spiegano.
Cadrebbe, quindi, l’ipotesi di aumentare la quota di esenzione dell’imposta, come prevede il disegno di legge fermo alla Camera. L’ultima parola sull’operazione Ici, comunque, è affidata al vertice notturno di maggioranza, in programma mercoledì. La posizione del ministero dell’Economia sull’Ici (la sua proposta avrebbe un impatto minimo sui conti e sulla platea di proprietari di casa) infatti, è diversa da quella portata avanti dai centristi della maggioranza, Udeur, Margherita e Di Pietro, per aiutare la famiglia.
E non sarà l’unica brutta notizia che l’ala moderata della maggioranza riceverà mercoledì. La manovra da 21 miliardi sarà realizzata per metà attraverso maggiori entrate e per metà da taglio alle spese.
I 10 miliardi di maggior gettito, però, non saranno determinati da nuove imposte o da aumento delle aliquote, bensì dall’aumento spontaneo delle entrate. Al Consiglio dei ministri di venerdì scorso, Padoa-Schioppa ha detto che l’aumento «naturale» del gettito nel 2008 sarebbe stato di 4,5 miliardi di euro. Nelle stesse ore, il suo sottosegretario Nicola Sartor presentava un emendamento al bilancio di assestamento con il quale aumentava le entrate per il 2007 di 5,5 miliardi: intervento necessario per dare copertura al decreto di luglio sul tesoretto. Gli stessi 5,5 miliardi verrebbero confermati come gettito strutturale nel 2008. E si arriva così ai 10 miliardi di maggior gettito: metà manovra del prossimo anno per raggiungere il deficit al 2,2%.
I problemi riguardano i tagli alle spese. Padoa-Schioppa proporrà un nuovo Patto di stabilità interno che dovrebbe comunque essere a saldo zero. Insomma, Regioni, Province e Comuni potrebbero vedersi rimodulati i trasferimenti pubblici. Ma nel complesso non dovrebbero diminuire. In realtà, il taglio ci sarà attraverso un altro intervento previsto dalla Finanziaria. Vale a dire, la riduzione dei tempi per l’utilizzo dei residui passivi. Se le diverse amministrazioni dello Stato non spendono le risorse a disposizione entro una certa data, quelle risorse diventano indisponibili. Con conseguente risparmio per le casse dello Stato.
Un po’ quel che sta avvenendo grazie ad una circolare della Ragioneria generale dello Stato. La pubblica amministrazione non paga i fornitori privati oltre i 10mila euro di commessa se gli stessi fornitori hanno in corso un accertamento tributario. Un problema reale per le aziende private (soprattutto quelle informatiche e della telefonia; ma problemi vengono segnalati anche nel settore delle forniture sanitarie).


Altri risparmi il ministro conta di recuperarli dal settore del pubblico impiego. E Guglielmo Epifani conta «sul senso di responsabilità» da parte del governo. I sindacati conosceranno la Finanziaria mercoledì, prima del vertice di maggioranza.

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