Milano - Inchieste, perquisizioni, indizi e indiziati, sospetti e sospettati, confessioni e audizioni: il ciclismo è nella bufera come poche altre volte si è trovato. È un ciclismo che rischia di diventare un camposanto, pieno di croci negli ordini di partenza e di «x» negli albi d’oro. È uno sport che sta attraversando il suo momento più basso, dopo le confessioni tardive di Ivan Basso e Michele Scarponi, le rivelazioni sconvolgenti degli ex Telekom (Zabel, Riis e compagni), che hanno gettato nello sconforto un intero movimento.
In Spagna c’è l’annosa questione legata all’«Operacion Puerto», in Germania l’inchiesta Telekom, in Belgio c’è chi ha puntato l’indice sul team Quick Step di Tom Boonen e Paolo Bettini, in Danimarca la Csc è pronta a chiudere i battenti dopo le confessioni di doping dell’ex corridore e oggi team manager Bjarne Riis, mentre in Italia si attende che il capo della procura antidoping del Coni, Ettore Torri, faccia chiarezza sull’inchiesta «Oil for drug», che oscura l’impresa di Eddy Mazzoleni, terzo al Giro d’Italia, per una serie di inquietanti intercettazioni ambientali. Il capo della Procura sta lavorando su molti dossier, che vedono coinvolti numerosi altri corridori di primissimo piano e per questa ragione lascia tutto l’ambiente con il fiato sospeso. Intanto è stato convocato per mercoledì prossimo a Roma, Giuseppe Muraglia (Acqua&Sapone), in relazione alla positività, confermata in sede di controanalisi, relativa alla gara «Clasica de Almeria» del 14 marzo scorso, nonché ai fatti relativi all’inchiesta penale denominata «Oil for drugs».
Basso alla Disciplinare - La Commissione Disciplinare della federciclismo ha fissato per venerdì 15 giugno (ore 12.30), presso gli uffici federali dello Stadio Olimpico a Roma, la seduta disciplinare nell'ambito della quale verrà trattato il procedimento a carico di Basso, ciò in seguito al provvedimento di deferimento disposto (21 mesi richiesti), in data 25 maggio 2007, da parte dell'Ufficio di Procura Antidoping del Coni.
Tensione belga - Perquisizioni nelle Fiandre e in Vallonia sono state effettuate l’altro ieri su disposizione del tribunale di Courtrai (Belgio), in alcune abitazioni di ciclisti e massaggiatori da parte di una quarantina di agenti federali, che avrebbero portato al ritrovamento di numerose sostanze dopanti. Nell’occhio del ciclone ci finisce la Quick Step, anche se a detta del team, è stata sfiorata solo dalla perquisizione di un suo massaggiatore, al quale non hanno trovato nulla.
Il Tour cancella Riis - Dal Belgio alla Francia, passando dalla Danimarca. L'organizzazione del Tour de France ha deciso di cancellare il danese Bjarne Riis dall'albo d'oro della Grande Boucle. L'attuale direttore sportivo della Csc (che ha già perso lo sponsor «Man»), che trionfò sui Campi Elisi nel 1996, «non potrà più dire di essere il vincitore di quel Tour», ha detto Philippe Sudres, portavoce della Grande Boucle.
Doping di squadra - In Germania, in pieno Giro d’Italia, molti corridori hanno ritrovato la memoria e la parola. Il paradosso è che queste confessioni finiranno con l'aiutare l'unico atleta che attualmente è sotto indagine, vale a dire Jan Ullrich, accusato di truffa ai danni della Telekom stessa. Spiega infatti Britta Bannenberg, l'esperta di lotta contro la corruzione che è firmataria della denuncia: «Tutta la Telekom è ormai screditata e non appare credibile puntare l'indice solo contro Ullrich. Non si può più parlare di truffa di un dipendente quando è chiaro che i vertici della società erano coinvolti nella truffa e nei traffici di doping».
L’«Operacion Puerto» in Spagna, della quale non è stata ancora fatta tutta la chiarezza del caso e soprattutto tutti i nomi (Valverde su tutti, ndr); le varie inchieste italiane, finite sulla scrivania di Torri; le confessioni degli ex corridori della Telekom; le indagini del Belgio: il ciclismo pedala nella carta, tra dubbi, sospetti e inquietanti interrogativi. Il Tour è pronto a fare pulizia e a ripartire per una nuova avventura. Dobbiamo solo capire con quali corridori.
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