Cinema

"Il grande giorno": risate e malinconia

Aldo, Giovanni e Giacomo tornano con una commedia "matrimoniale"

"Il grande giorno": risate e malinconia

Ci si aspetta molto, dagli incassi come termometro dello stato di salute del genere un tempo Re Mida del cinema italiano, dalla commedia natalizia Il grande giorno di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo, due anni dopo il fortunato Odio l'estate arrivato a 7 milioni di euro di incasso prima che il lockdown lo congelasse.

Questo nuovo film, da giovedì 22 in più di 600 copie, rivela Giampaolo Letta di Medusa che distribuisce e produce con Agidi Due e Prime Video, mantiene la felice formula del precedente, scritto dal trio con il regista e con Davide Lantieri e Michele Pellegrini, riuscendo a far ridere, soprattutto nella prima parte, e poi anche a far commuovere con un'iniezione di malinconia complici le musiche di Brunori Sas.

Il grande giorno è ovviamente quello di un matrimonio, siamo in una grande villa sul lago di Como affittata da Giacomo e Giovanni, ricchi soci del mobilificio Segrate Arredi, per le nozze dei rispettivi figli, Elio (Giovanni Anzaldo) e Caterina (Margherita Mannino). Il film inizia con una serie di disastri nei preparativi, un po' alla Hollywood Party, causati dal personaggio interpretato da Aldo, compagno della ex moglie (Lucia Mascino) di Giovanni che naturalmente non è ben vista da quella nuova (Elena Lietti). Giacomo e Giovanni, di manica più larga, hanno fatto le cose in grande ingaggiando un Cardinale (Roberto Citran), ordinando vini costosissimi, assumendo un direttore di cerimonie (Pietro Ragusa) «il Riccardo Muti del catering» e un big della canzone come Francesco Renga (molto autoironico) per intonare l'Ave Maria. Solo uno di questi giungerà alla conclusione delle tre giornate di nozze

Da sottolineare come tutti gli attori del film, nei ruoli cosiddetti da caratteristi, sono in stato di grazia, compresa Antonella Attili che interpreta la premurosa moglie di Giacomo. «Siamo partiti tanti anni fa ricorda il regista e sodale del trio Massimo Venier da un matrimonio che non si celebra in Tre uomini e una gamba e, ora che abbiamo tutti i figli grandi sono rimasto sconvolto quando la figlia di Giovanni, Mara, che tenevo sulle ginocchia, si è sposata , ragioniamo sulle loro scelte e anche su che cosa noi siamo diventati». E se Giovanni Storti ricorda il vero discorso fatto al matrimonio della figlia, «in cui ho citato il finale di Mulan con il draghetto che dice la mia bambina e cresciuta», Aldo Baglio sottolinea che «nasco naïf e rimango naïf anche in questo film» mentre Giacomo Poretti teorizza che «nel film c'è probabilmente della nostra autocoscienza perché, come sempre, le nostre storie sono condizionate dal momento storico e anche dall'anagrafe.

Così quando un figlio abbandona la casa non si possono non vivere certi sentimenti malinconici».

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