"Grandi illusioni" pronte a sgretolarsi

È nella Brighton dei pier e del divertimento posticcio, in un'estate alla fine degli anni Cinquanta, che quell'intreccio si annoda, si stringe e poi si scioglie, solo apparentemente però, per ingarbugliarsi ancora di più

"Grandi illusioni" pronte a sgretolarsi

Chi ha passeggiato sul lungomare di una cittadina del Sud dell'Inghilterra, con quei pier che si allungano sul mare e sotto i quali le onde si infrangono rumorose, ha presente la sensazione, quel misto di belle époque e desolazione, luccichii e marciume, lo splendore nei giorni di sole e il senso di abbandono che impregna quelli di pioggia. Oppure, se qualcuno non l'avesse presente, può leggere Grandi illusioni di Graham Swift (Neri Pozza) che, a differenza del capolavoro di Dickens cui accenna il titolo, è molto breve: solo centosessanta pagine, in cui ciascuna riga ha un suo significato preciso, nel delineare la storia di tre vite intrecciate, quelle di Jack, attore di teatro e poi di cinema e tv, oltre che produttore, di Evie, tanto bella quanto dotata di senso pratico e di Ronnie, il «Mago».

È nella Brighton dei pier e del divertimento posticcio, in un'estate alla fine degli anni Cinquanta, che quell'intreccio si annoda, si stringe e poi si scioglie, solo apparentemente però, per ingarbugliarsi ancora di più: proprio quando la fine delle vacanze rende tristi i villeggianti, e lo spettacolo sembra ancora più effimero, Evie e Ronnie sono una coppia affiatata, sul palco e giù da esso, sono il «Mago» e la sua «assistente», fascinosi donatori di illusioni e, anche, di un tocco di brivido che piace sempre, quando lui la sega a pezzi nella scatola; Jack Robbins è un «cantastorie ballerino» (cui non piace vantarsi di più, se non nella modestia) ed è il mattatore, colui che tiene le fila della serata, e la conclude. È stato Jack a invitare l'amico di leva Ronnie, suggerendogli di trovarsi «un'assistente». E lui l'ha trovata, non solo, dopo pochi mesi le ha anche chiesto di sposarlo, e lei ha accettato.

Ma poi, proprio la sera conclusiva, sul palco succede qualcosa, e Evie non sposerà Ronnie il «Mago» dal passato misterioso, sposerà Jack e diventeranno una coppia ricca e di successo, e anche felice, eppure qualcosa aleggerà sempre, la scia di un trucco, il sospetto di essere ancora intrappolati in una di quelle illusioni che tanto entusiasmano il pubblico.

Il dubbio che il «Mago» non soltanto porti in scena le falsità e le faccia sembrare meravigliose, ma riesca anche a smascherarle, tirando fuori dal suo cappello le finzioni che chiamiamo, con orgoglio, «la nostra vita».

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