Grass: una confessione da 1,7 milioni di euro

Giornata positiva, quella di ieri, per il tartassatissimo Günter Grass, l’SS confesso. Sia dal punto di vista economico, sia da quello del prestigio di scrittore. I soldi, prima di tutto. Il quotidiano Bild ha fatto i conti in tasca all’autore dell’autobiografia Sbucciando cipolle e ha stimato che il libro gli renderà 1,7 milioni di euro. La tiratura iniziale è stata di 150mila copie e il volume, in vendita a 24 euro, è già schizzato al quarto posto nella classifica delle vendite via internet. Inoltre la casa editrice Steidl-Verlag ha venduto in dodici nazioni i diritti di traduzione. Calcolando che soltanto in Germania saranno vendute 500mila copie, se si aggiunge un milione di copie che molto probabilmente sarà assicurato dall’edizione economica si arriva a 1,7 milioni di euro, esclusi i diritti derivanti dalle traduzioni all’estero.
Per quanto riguarda il «fronte» politico, il Bundesarchiv, l’ente del ministero della Cultura incaricato di studiare i documenti sulla storia tedesca moderna e contemporanea, ha precisato di non possedere nessun documento sulla militanza di Grass nelle SS. E la cosiddetta «autorità Birthler», l’ente che analizza i documenti della Stasi, il servizio segreto della Germania dell’Est ha fatto sapere che nei propri archivi «non si trova nessun documento su Günter Grass che dia informazioni sulla sua appartenenza alle Waffen-SS. Infine, l’autore del Tamburo di latta incassa anche la solidarietà di un celebre collega, Salman Rushdie.

Intervenendo a una trasmissione radiofonica della BBC, l’autore dei Versetti satanici ha ammesso la propria «delusione» per la confessione di Grass, ma si è affrettato a puntualizzare che «il valore delle sue opere resta intatto». Per Rushdie «non si può giudicare un uomo per l’idiota che era a 17 anni», soprattutto quando «è cresciuto in un ambiente filonazista nel quale punti di vista diversi non erano accettati».

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